Perché vogliono chiudere la comunità Dike?
La comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati è costretta a chiudere. Marcello Ingrao: “Sono rovinato. E che fine faranno i ragazzi?”
La cooperativa sociale “Alfa Onlus” nasce a Vittoria nel 2005 e ha sede in contrada Alcerito, sulla strada provinciale Scoglitti – Gela, in un immobile confiscato alla mafia e concesso in comodato gratuito dal Comune.
La cooperativa gestisce al momento un unico servizio di comunità alloggio per minori. Il nome della comunità è “Dike”. Ospiti del centro sono stati, dapprima, ragazzi sottoposti a misure alternative al carcere, per i quali era competente il Ministero di Grazia e Giustizia.
Poi, a novembre dello scorso anno il servizio è stato sospeso, perché il ministero non aveva pagato le mensilità ricomprese tra luglio e dicembre 2010 e tra maggio e novembre 2011. La comunità ha accolto anche un ragazzino allontanato, con un provvedimento civile amministrativo, dalla famiglia di origine.
La competenza, in questo caso, era del Comune di Vittoria, che non ha mai erogato le somme dovute. A partire da luglio 2011, periodo in cui si registrò l’emergenza degli sbarchi dal nord Africa, la struttura ospita minori stranieri non accompagnati.
I contributi previsti per ciascun ospite dovrebbero essere corrisposti dal Comune di Vittoria, che, a sua volta, li riceve dal Ministero dell’Interno. Bene, anche stavolta alla comunità Dike non è arrivato un centesimo.
A Marcello Ingrao che chiamava a Roma per avere chiarimenti, qualcuno ha risposto che i rimborsi seguono una graduatoria definita in base all’ottenimento della convenzione col ministero, a prescindere dal momento in cui è sorto il credito. In altre parole, picche.
Dal 2010, la comunità è andata avanti grazie ai prestiti contratti da Marcello, che si è indebitato fino all’inverosimile e che, tra momenti di rabbia e di scoraggiamento, ha continuato a gestirla per amore dei ragazzi.
All’inizio del mese di maggio, Marcello ha preso una decisione difficile, indirizzando al Ministero degli Interni e al Comune di Vittoria una lettera in cui fa richiesta di trasferimento dei giovani ospiti in altre comunità, descrivendo le enormi difficoltà di natura economica in cui versa la cooperativa, ma sottolineando più volte la volontà di mantenere attivo il servizio.
Ad oggi, non è arrivata alcuna risposta. “Avrei dovuto cercare l’appoggio della Chiesa o di un politico importante? Sarò costretto a cercare un altro lavoro per pagare i debiti e i ragazzi che qui, a Vittoria, avrebbero desiderato vivere e lavorare, si sparpaglieranno per l’Italia”, sbotta amaramente Marcello. E aggiunge: “A trentasei anni esco rovinato da un progetto in cui ho creduto e per cui mi sono speso con enorme passione“.