Internascional San Berillo Football Club
Ventuno calciatori, quattro continenti, undici bandiere: quale squadrone nel mondo può vantare un tale record? Il nostro sì. Sta a Catania, nel quartiere più povero e più umano, e il più grande dei nostri campioni ha quindici anni
Nel 2016 a Catania sotto casa di Dino Gigliuto ogni giorno giocavano a calcio dei bambini.
Un giorno, Dino propose loro se volevano creare una squadra di calcio. Da lì a poco sarebbe nata la San Berillo Calcio Junior, e i bambini che giocavano per strada ebbero una vera squadra.
La squadra prende il nome dal quartiere San Berillo, dove abita la maggior parte dei bambini, un luogo difficile e abbandonato al degrado, ghetto di immigrati africani e luogo di prostituzione transessuale.
Come campo da calcio venne scelta la piazza dove settimanalmente avviene il più grande mercato di Catania “A fera ò luni”.
Dino disegnò con della vernice i confini del campo nella piazza e iniziarono gli allenamenti rigorosamente ogni domenica pomeriggio, il giorno in cui la piazza è libera dal mercato.
La particolarità della squadra è la sua composizione, dei 21 ragazzini che si allenano attualmente, soltanto cinque sono autoctoni, i restanti sono nati in altre nazioni e poi arrivati a Catania oppure figli di seconde generazioni.
La composizione etnica della squadra non è stata scelta dagli allenatori, i bambini che giocano a calcio per strada sono per la maggioranza stranieri e sono loro che hanno aderito alla strana squadra di calcio.
Il ruolo sociale dei Mister è formare futuri calciatori e far coesistere un gruppo, dove al suo interno oltre le singole diversità vi sono diversità provenienti da 4 continenti.
L’Italia al contrario di altri Stati mondiali non ha mai creato un modello di integrazione e ha risposto all’ immigrazione seguendo i dettami della morale cattolica, ovvero accoglienza e tolleranza.
Li osservo da un anno, tra sorrisi, abbracci e litigi.
Il mio lavoro è iniziato a Maggio del 2019 e ancora aperto, alcune di queste immagini sono state scattate dopo il 4 maggio del 2020 .
Il fine del mio progetto è affrontare il tema dell’immigrazione in Italia non nella fase primaria degli sbarchi e accoglienza, ma seguire il processo di una presunta integrazione seguendo la vita di adolescenti italiani, di stranieri arrivati da poco e di seconde generazioni.
In assenza di un modello di integrazione sono le future generazioni a sperimentare la coesione sociale e la presunta parità di diritti vivendo insieme.
Ho vissuto con i ragazzi oltre il tempo dell’allenamento anche lo stare insieme e notato che molto spesso nei loro momenti intimi molti tendono a ricreare la comunità di origine e giocare tra loro, Questo è maggiore dove più forte è la comunità di appartenenza.
Sono loro la vera società multiculturale, che avviene dal basso, in modo diretto. Il gioco del calcio diviene la lingua universale che tutti conoscono e sanno parlare.
La San Berillo Calcio Junior attualmente non è iscritta in nessuna federazione sportiva e non ha nessun finanziamento, i bambini non pagano nessuna quota di iscrizione.
Sporadicamente partecipa a partite amichevoli o piccoli tornei, portando con sè tutta la sua diversità e bellezza rispetto a una squadra di calcio canonica.