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accadrà ieri
“Terrorista”
A DICIOTTO MESI
Il 10 maggio una coppia americana di origine araba ma residente in Florida si imbarca su un aereo della JetBlue con la figlia di 18 mesi per andare nel New Jersey a trovare dei parenti. Poco prima del decollo un addetto alla sicurezza li invita a scendere: il nome della bambina, Riyanna, figura infatti su una lista di presunti terroristi preparata dalla dall’Agenzia per la sicurezza dei trasporti (Tsa). Dopo qualche ora l’equivoco viene chiarito e la bambina cancellata dalla lista nera.
Fame in Africa:
NON NE PARLA LA TV
Il 14 maggio un rapporto di Medici senza frontiere mette in evidenza le “Crisi dimenticate” del 2011: la fame nel Corno d’Africa, le migliaia di rifugiati che dal Mali fuggono in Burkina Faso, Mauritania e Niger, le violenze in Congo. Di tutto ciò c’è scarsa traccia nei telegiornali italiani, che nel corso dell’anno hanno dedicato 41 servizi alla fame nel Corno d’Africa e 413 al matrimonio di William d’Inghilterra e Kate Middletone. Nel rapporto si sottolinea anche il fatto che nei servizi giornalistici che riguardano i migranti, solo il 14% dello spazio viene dato alle testimonianze dirette degli immigrati, mentre il 65% viene occupato dalle opinioni dei politici.
www.medicisenzafrontiere.it/cosafacciamo/crisi_dimenticate/rapporto.asp?ref=testataHomepage1
Bambini poveri
IN ITALIA, UNO SU QUATTRO
Il giorno dopo l’ong Save the Children pubblica il rapporto “Il paese di Pollicino”, sulla condizione dell’infanzia in Italia. Un bambino su quattro è a rischio povertà, cioè vive in famiglie che non possono garantirgli un adeguato sviluppo psichico, intellettuale e sociale. In caso dei figli di madri sole il rapporto diventa di uno su tre.
Ma i bambini più a rischio si trovano al Sud e nelle isole: in questi casi quasi uno su due è a rischio povertà. Il dossier sottolinea anche come l’Italia sia agli ultimi posti in Europa per i finanziamenti a favore di famiglie, infanzia e maternità, che rappresentano l’1,3% del prodotto interno lordo (Pil) contro il 2,2% della media europea.
www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/Single?id_press=478&year=2012
Gaza
SCIOPERO DELLA FAME
Il 14 maggio è anche il giorno in cui 1600 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane interrompono lo sciopero della fame cominciato il 17 aprile per protestare contro la detenzione amministrativa, in base alla quale si può essere imprigionati senza processo.
I prigionieri hanno infatti accettato le offerte delle autorità israeliane, che prevedono la revoca dell’isolamento prolungato imposto a venti detenuti, la liberazione di cinque malati gravi, la ripresa delle visite dei familiari di primo grado dei detenuti di Gaza, sospese da alcuni anni. Le autorità si sono anche impegnate a migliorare le condizioni generali di reclusione.
Maltrattati
ANCHE I CANI
Nelle stesse ore un’ong che si batte per i diritti degli animali, Let the Animals Live, denuncia le crudeli condizioni in cui l’esercito israeliano tiene i cani da guardia, ai quali non verrebbe garantito spazio sufficiente. L’organizzazione ha citato in giudizio l’esercito, chiedendo che venga multato di 1.000 shekel (200 euro circa) per ogni cane maltrattato. Un avvocato dell’esercito ha sostenuto che sono già stati spesi 500.000 shekel (circa 100.000 euro) per l’acquisto di nuove cucce, che saranno installate nelle prossime settimane. Già nel luglio dell’anno scorso un tribunale aveva chiesto alle forze armate di garantire almeno 3 metri quadrati di spazio, senza contare la cuccia.