giovedì, Novembre 21, 2024
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L’emergenza sanitaria è il paradiso degli usurai

chi è caduto nella trappola dell’usura ora rischia di ricascarci”. “Come avviene la consegna dei soldi? I supermercati sono aperti, la gente ormai si incontra lì”. Nicola Grassi, presidente dell’Asaec lancia l’allarme.

Quando mancano i soldi, non mancano gli usurai. L’emergenza sanitaria, la chiusura di moltissime imprese, la perdita del lavoro ha amplificato il fenomeno dell’usura. Vittime gli imprenditori, i negozianti, le famiglie. Anche nei quartieri popolari delle città chi non ha soldi sa bene a chi chiederli, a carissimo prezzo. Gli usurai non sono mai stati in affari come adesso.

Per noi il lavoro è raddoppiato. Le persone che abbiamo assistito perché vittime di usura ci raccontano di situazioni disperate” ci dice Nicola Grassi, presidente dell’associazione antiestorsione catanese. “Ci sono imprenditori a cui nel conto in banca sono rimasti solo cinque euro. Noi stiamo provando a interervenire anche economicamente a loro sostegno. Sono loro che rischiano di finire nelle mani degli usurai, o di tornarci”. “In questi giorni iniziano i contatti, l’usuraio ti chiama e ti dice cordialmente – se hai bisogno, io ci sono. Se accetti il modo di consegnarti i soldi in contanti si trova. I supermercati sono aperti, la gente si mette in fila”. Ci si incontra lì.

Come funziona? “Il meccanismo dell’usura può funzionare in diversi modi. Per esempio un usuraio ti presta 1000 euro, quando te li porta te ne consegna 900. 100 euro li trattiene come interessi. Ogni mese dovrai dare 100 euro di interessi. Senza che il debito sia sceso di un solo euro. In un anno l’usuraio ti avrà dato i 900 euro iniziali e tu gli avrai dato 1200 euro solo di interessi e avrai mantenuto comunque un debito di 1000 euro”. Se si moltiplicano gli importi e si mette in conto la possibilità di chiedere ulteriore credito, si ha la misura dell’assurda trappola economica”.

E chi non paga? “L’usuraio spesso è paziente, aspetta il momento giusto per esigere il denaro. Molte volte i prestiti usurai verso le imprese si risolvono con l’usuraio che prende possesso dell’azienda”. O della casa o di qualunque altra proprietà.

L’unico modo per uscirne è denunciare. “Purtroppo però le denunce arrivano troppo tardi, quando sono stati già pagati interessi stratosferici, anche grandi dieci volte l’importo prestato. Si denuncia quando non si ha più un soldo. Si denuncia quando è già troppo tardi”. Il ritardo nelle denunce svela un consenso sociale verso l’usura: “in alcune zone della città, in alcuni paesi, l’usuraio è comunque considerato uno che fa del bene, che risolleva persone in difficoltà consentendo un rapidissimo accesso al credito. La vittima all’inizio è solo un cliente che fa un accordo. Il circolo vizioso si scatena dopo. Per questo la denuncia dell’usuraio è sempre difficile e necessita di grande sostegno da parte delle istituzioni perché si rischia di essere, in alcuni contesti, socialmente isolati”.

E la mafia? “Il rapporto tra usuraio e vittima di usura è subdolo. Non sempre serve la minaccia della violenza. Ma questo non deve trarre in inganno. Quasi sempre gli usurai hanno rapporti di affiliazione o rapporti di parentela con esponenti dei clan mafiosi”. Un ulteriore tassello nel controllo del territorio della criminalità organizzata.

L’emergenza sanitaria ed economica che viviamo e che vivremo nei prossimi mesi rischia di lasciare ancora più campo libero all’usura. Già se ne ha drammaticamente contezza. “Se le banche non saranno spalancate e non ci sarà una reale apertura al credito legale per le imprese e le famiglie, se non si interverrà per dare liquidità alle persone in crisi, sarà un inferno”.

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