Teniamoci per mano, questa primavera passerà
Rinviato il ventuno marzo: la “Giornata della memoria e dell’impegno” slitta ad ottobre.
“Per la giornata della memoria dedicata alle vittime della mafia sarebbero arrivate in Sicilia ben cento mila persone da tutta Italia” spiega Giuseppe Teri che quotidianamente parla di antimafia, diritti umani e Costituzione ai ragazzi dell’istituto Antonino Caponnetto di Milano dedicato alla formazione.
L’iniziativa è stata organizzata per la venticinquesima volta dall’associazione Libera, ma a causa dell’emergenza sanitaria che sta affrontando il paese è stata posticipata.
“La città di Palermo, come ogni anno, era pronta per accogliere in spirito di condivisione e solidarietà, la presenza di migliaia di persone. Ma sarà pronta altrettanto ad ottobre per fare memoria ed esprimere gratitudine alle vittime innocenti delle mafie abbracciando i loro familiari” spiegano Don Ciotti, presidente di Libera e il sindaco palermitano Orlando.
Tanti i preparativi per il ventuno marzo: “Qui a Milano abbiamo chiesto aiuto alle scuole, in particolare abbiamo chiesto ai ragazzi di preparare un lenzuolo bianco da riempire con il nome di una vittima di mafia, ricordandone la storia con una frase simbolica”- racconta Teri- “ nella sede di Libera a Milano abbiamo contato ben 1011 lenzuoli per l’occasione, sono stati conteggiati anche alcuni migranti.”
“L’impegno a Milano e provincia è stato altissimo, era tutto pronto. Avevamo chiamato una relatrice di Gioiosa Ionica, comune nei pressi di Reggio Calabria, che sarebbe dovuta venire prima del ventuno, ma ha dovuto disdire per l’ordinanza del sindaco. Mi ha chiamato qualche giorno fa per dirmi che se fosse venuta si sarebbe poi dovuta mettere in quarantena al ritorno.”
“Oggi una giornata come quella del ventuno marzo è fondamentale: prima i cari delle vittime di mafie piangevano nelle loro case, da soli, non erano supportati da nessuno, soprattutto dallo Stato. Adesso tutti loro possono incontrarsi, insieme, per chiedere a gran voce giustizia e verità per un futuro diverso. Nel settanta per cento dei casi di morti per mafia la verità non è venuta a galla, per questo è importante rivivere nei ricordi” afferma Teri con fermezza.
“L’Italia presenta un’anomalia” – continua Teri- “la sua storia e le mafie sono sempre andate a braccetto, sono state sempre l’una il reciproco dell’altra. Pippo Fava, Peppino Impastato, Falcone e Borsellino hanno iniziato una battaglia: la loro esigenza di riscatto non riguardava il passato, ma il presente perciò riguarda tutti noi.”