Coronavirus: comincia la caccia alle streghe
Parla Elena, proprietaria del negozio Piazza Cina di Misterbianco, dopo la diffusione della bufala sul suo presunto contagio da coronavirus.
Negli ultimi vent’anni i negozi cinesi, nella zona commerciale di Misterbianco, sono proliferati e cresciuti in fretta. Mai un cenno di crisi, né giorno di grama. Almeno fino ad un mese fa. Da quando il coronavirus è entrato in scena nei giornali italiani e stranieri, lo scetticismo nei confronti della comunità cinese è aumentato sempre di più, con una conseguente diffidenza verso i negozi frequentati fino al giorno prima. Tuttavia, se la paura di un contagio è giusta, spargere voci infondate e alimentare una psicosi collettiva lo è meno. Non ci vuole molto prima che cominci una caccia alle streghe o, in questo caso, all’untrice che diventa il capro espiatorio del malessere diffuso, proprio come è capitato ad Elena, proprietaria del negozio Piazza Cina a Misterbianco.
Tutto ha inizio da un messaggio vocale su Whatsapp che non impiega molto a rimbalzare da una chat all’altra. Nel messaggio in questione si mettono in guardia le mamme su Elena, proprietaria anche del negozio Lian Lian di Gravina e in quarantena all’ospedale Cannizzaro a causa di una febbre alta. Elena, però, possiede solo il negozio nella zona commerciale misterbianchese e non ha nemmeno il raffreddore: “Da quando si è sparsa la falsa notizia di me in ospedale, subito è venuta meno gente. Non è giusto, perché non è vero. Ci sono rimasta malissimo una volta messa al corrente e mi sono chiesta perché abbiano sparso una notizia finta, dato che io sto bene. Io non sono stata in Cina per il Capodanno. L’ultima volta che ci sono stata è stato a maggio dell’anno scorso. È da venticinque anni che sono qui e non sono mai andata all’ospedale.” racconta Elena, facendo spallucce, all’interno del suo negozio stranamente vuoto e silenzioso; si riesce pure a sentire in sottofondo la musica che fino a due settimane fa sarebbe stata coperta dal chiacchiericcio dei clienti, gli stessi che ora non vengono più: “Vorrei che lo Stato italiano mi aiutasse a riavere la clientela che avevo prima. La gente non deve avere paura, perché io ho soltanto questo negozio. Le persone erano pure preoccupate per la merce infetta, ma tutta la merce che vedete o è arrivata dalla Cina da tanto tempo oppure è stata comprata qui all’ingrosso, quindi non è vero che i prodotti sono contagiati dal coronavirus.”