sabato, Novembre 23, 2024
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De Luca Pinocchiet e Lupetto Vittorio. E Messina si trasforma nella Santiago del golpe

Mancavano solo blindati e carri armati agli angoli delle strade e *Messina by night* sarebbe apparsa all’ignaro passante come la Santiago del Cile dopo il sanguinoso golpe dell’11 settembre 1973.

La centrale via Garibaldi presidiata da poliziotti, carabinieri, vigili urbani e vigilantes; le truppe in mimetica della Brigata Motorizzata “Aosta” a scimmiottare il mezzo passo dell’oca, l’eco dei colpi dei pesanti stivali sul selciato, la luce giallastra dei lampioni ancora più funerea per la forte umidità. Ha vissuto così la sua notte di mercoledì 18 dicembre 2019 la città capoluogo dello Stretto. Ipermilitarizzata per prepararsi in nome del dio di tutte le guerre all’oscena parata prevista per venerdì 20 quando saranno consegnate “le chiavi della città” alla brigata d’èlite dell’Esercito di stanza in Sicilia, da anni impegnata in quasi tutti gli scenari bellici internazionali (dall’Afghanistan all’Iraq, dal Libano al Kosovo, dalla Somalia a Gibuti, forse finanche a Tripoli e in Cirenaica).

Qualche ora prima, la banda dell’Aosta aveva allietato l’oscurato Natale dei messinesi con due concerti nella galleria “Vittorio Emanuele” e a Piazza Cairoli. A coronare le sante festività natalizie in grigioverde ci aveva pensato in mattinata il vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro, benedicendo il taglio del nastro del nuovo asilo nido aziendale dell’Esercito, all’interno della caserma “Crisafulli-Zuccarello” di viale Europa e la cui gestione sarà interamente a carico (costi e operatori) del Comune e della sua azienda partecipata Messina Social City.

A volere chiavi, parate, concerti e convenzione beffa per l’asilo nido è stato innanzitutto il sindaco Cateno De Luca, ideologo sicuritario in salsa peloritana: forte, anzi fortissimo con i deboli, un agnellino con i poteri davvero forti. Una specie di supersceriffo di Nottingham in una città dove mancano però i Robin Hood, mentre imperversano i ricchi che rubano ai poveri e perfino coloro che sottraggono posti negli asili nido ai bimbi in gravi condizioni socio-economiche preferendo i pargoli dei moderni guerrieri professionisti dalle invidiabili buste paga più benefit vari.

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