venerdì, Novembre 22, 2024
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Ministri, generali e ammiragli italiani alla corte del sultano Erdogan

La partnership strategico-militare tra l’Italia e la Turchia.

Non sono solo gli elicotteri da guerra di Leonardo-Finmeccanica e le batterie anti-missile SAMP-T dell’Esercito schierate ai confini con la Siria a documentare la solidità della partnership strategico-militare tra l’Italia e la Turchia.

Nonostante la svolta reazionaria del regime dopo il controverso golpe del luglio 2016 e la crescente escalation militare contro i Kurdi in Turchia e Siria, il Ministero della difesa italiano ha intensificato con Ankara il numero delle esercitazioni aeree, terrestri e navali, le visite ufficiali di ministri, sottosegretari e alti comandanti delle forze armate, le attività di formazione di personale turco nelle accademie di guerra e nei reparti d’elite di mezza Italia e, finanche, la “vendita” delle unità navali dismesse.

Dal 17 al 28 giugno scorso, mentre gli strateghi di Erdogan si preparavano a pianificare la massiccia offensiva anti-kurda in Siria, presso la grande base aerea di Konya i reparti di volo degli Stati Uniti d’America, Giordania, Pakistan, Qatar, Turchia e Italia davano vita ad una grande esercitazione aerea, l’Anatolian Eagle 2019, “una delle più complesse  in ambito internazionale” e “un’opportunità importante per lo sviluppo ed il consolidamento di tattiche ed addestramento delle Forze Armate partecipanti, messe alla prova in diversi scenari operativi”, così come riportato dal Ministero della difesa italiano. Ad Anatolian Eagle hanno partecipato i cacciabombardieri AMX del 51° Stormo dell’Aeronautica militare di Istrana (Treviso), “a conferma – aggiunge la Difesa – che l’esercitazione rientra nell’ambito degli appuntamenti addestrativi di rilievo, quale occasione per migliorare l’integrazione tra il proprio personale, e gli  equipaggi di volo di diverse nazioni nella conduzione delle missioni aeree complesse che caratterizzano gli attuali scenari di intervento del potere aereo”.

Nel settembre del 2017 era stata l’unità della Marina Anteo per il supporto alle operazioni subacquee (alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Tesei Tesei”) a raggiungere il porto turco di Aksaz per partecipare all’esercitazione Dynamic Monarch, congiuntamente alle forze navali turche, spagnole, statunitensi, norvegesi, britanniche e francesi. “La Dynamich Monarch 2017 è un’esercitazione a cadenza triennale nell’ambito della Submarine Escape and Rescue (SMER), che permette di verificare le capacità a disposizione della NATO per la ricerca ed il soccorso al personale di un sommergibile sinistrato”, riferiva l’ufficio stampa della Marina militare italiana. “Lo scopo di questa complessa attività è la condivisione delle procedure di soccorso ed il miglioramento dell’interoperabilità tra le diverse Marine, allo scopo di ridurre i tempi di intervento ed aumentare le probabilità di sopravvivenza del personale posto all’interno di un sommergibile adagiato sul fondo”. Un anno dopo (luglio 2018), l’equipaggio della fregata missilistica e anti sommergibile Espero, impegnata di norma nell’Operazione Mare Sicuro, partecipava nelle acque del Mediterraneo Centrale all’esercitazione (Passex) con la fregata T.C.G. Gediz della Marina militare della Turchia. “Sono state condotte una serie di manovre cinematiche, simulazioni di approccio per rifornimento in mare e numerose attività tattiche-procedurali, nonché scambi di comunicazioni radio e dati tra le rispettive Centrali Operative di Combattimento”, riporta il sito del Ministero della difesa. “L’evento ha costituito sicuramente una preziosa occasione per entrambe le unità per migliorare le proprie capacità operative e incrementare il livello di addestramento degli equipaggi, rafforzando il grado di interoperabilità tra assetti di diversa nazionalità  appartenenti alla NATO”.

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