Ferragosto di sangue ad Ucria
Omicidi a Ucria. Il sindaco di Paternò “No alla violenza” ma difende lo sparatore.
S’infiamma il dibattito intorno alla vicenda che travolge Salvatore Russo: il sindaco paternese proclama una manifestazione contro la violenza e in sostegno dei propri concittadini coinvolti. Si spacca la società civile tra chi sostiene l’iniziativa e chi ne denuncia la pericolosità sociale.
Non sono ancora trascorsi 10 giorni dalla notizia che ha sconvolto le comunità di Ucria e Paternò che già si accende la polemica.
Lo scorso 22 agosto il sindaco di Paternò, Nino Naso, tramite un post su Facebook ha convocato la cittadinanza presso piazza Umberto il 28 c.m. alle ore 10.30. La manifestazione, organizzata dall’istituzione paternese, vuole «ribadire con determinazione che la nostra comunità è contro ogni tipo di violenza», così si legge nel post pubblicato dal primo cittadino che continua «il giovane paternese coinvolto, stando a quanto emerso, non ha né cercato né voluto alcuna lite con chicchessia. Ha invece semplicemente difeso come ha potuto se stesso, la sua famiglia e gli affetti più cari. […] La nostra manifestazione rappresenterà un gesto di vicinanza e di affetto nei confronti di una famiglia profondamente provata, quella di Salvatore Russo, che in questi giorni vive momenti di grande disperazione per le sorti delle indagini portate avanti dalla Magistratura, che rispettiamo e che saprà certamente chiarire quanto accaduto ad Ucria».
Immediata la reazione dei cittadini, sia a favore della manifestazione (supportata dallo slogan #IostoconSalvo lanciato da alcuni famigliari del ragazzo nei giorni successivi all’accaduto), sia critica nei confronti della decisione presa dal sindaco, vicino a Salvatore Russo già dalle scorse elezioni amministrative: il ragazzo era candidato nella lista “Presenti Sempre-Naso Sindaco”.
«A prescindere da come la si pensi» si legge nella nota diramata da Giancarlo Ciatto (ex consigliere comunale) «ed anche nel rispetto del ragazzo, la magistratura non ha ancora deciso se si tratta o meno di legittima difesa o di eccesso di legittima difesa. Dunque, quale giustizia si invoca se ancora non è stata commessa nessuna (presunta) ingiustizia ai danni del ragazzo? il sindaco […] anziché mostrare solidarietà privata alla famiglia che vive un momento delicato, spettacolarizza tutto».
I fatti:
Lo scorso 15 agosto, a seguito di una sparatoria avvenuta presso Ucria (ME), piccolo centro abitato nel cuore dei Nebrodi, perdono la vita Antonio e Fabrizio Contiguglia, rispettivamente di anni 62 e 27, zio e nipote. Mentre un terzo uomo, Salvatore Contiguglia di anni 43 rimane ferito. A sparare è Salvatore Russo, 29enne paternese, che si trova in vacanza con la famiglia (moglie e due bambini) presso la sorella e il cognato che nel paesino di Ucria possiedono una residenza estiva.
La vicenda prende le mosse da una lite per un posto auto accesasi il 14 agosto tra il ragazzo paternese e un residente del luogo. Il cittadino ucriese sembrerebbe a quel punto aver coinvolto nella diatriba Antonio Contiguglia, conosciuto alle forze dell’ordine per essere già stato indagato nelle operazioni antimafia “Mare Nostrum”, “Romanza” e “Icaro” e considerato dagli inquirenti la testa di ponte tra la mafia ucriese e il clan di Barcellona Pozzo di Gotto. Tra Contiguglia e Russo nasce una lite che, apparentemente, si spegne poco dopo. Ma l’indomani, giorno di ferragosto, Contiguglia organizza una spedizione punitiva alla quale partecipano i suoi nipoti, Salvatore e Fabrizio, e altri soggetti non ancora identificati sui quali si sta tuttora indagando.
A questo punto della vicenda gli eventi sono ancora da definire, con la magistratura che sta cercando di mettere in ordine i fatti. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che, una volta raggiunto il Russo, la spedizione punitiva si sia concretizzata in rissa. Nel corso della colluttazione sembrerebbe che uno degli ucriesi abbia perso (o sia stato disarmato) la pistola calibro 7,65 con la quale il 29enne paternese abbia poi fatto fuoco. L’esatta provenienza dell’arma, con matricola abrasa, è ancora da stabilire.
Per Antonio e Fabrizio Contiguglia non c’è stato nulla da fare: i due sono stati raggiunti dai proiettili in pieno volto, così come dimostrato dagli esami autoptici. Salvatore Contiguglia invece è sopravvissuto alla sparatoria, anche se è stato ferito da tre proiettili, uno dei quali lo avrebbe raggiunto alle spalle. Un dettaglio questo che potrebbe aggravare la posizione di Salvatore Russo, che attualmente resta in carcere con le accuse di duplice omicidio e tentato omicidio.