La nascita della scienza è stata una rivoluzione dimenticata?
Un libro sulla scienza antica ci costringe a riflettere anche ora
La Rivoluzione Dimenticata di Lucio Russo (ultima edizione nella Universale Economica Feltrinelli, 2010, ISBN 978-88-07-8164-4) tratta la storia della scienza degli antichi greci in un modo originale, su cui vale la pena riflettere. Nella prefazione Marcello Cini ha scritto: “ Io credo che questo libro di Lucio Russo sia paragonabile al tempo stesso a una sensazionale scoperta archeologica e a un’importante teoria scientifica”.
Le tesi di Russo si differenziano nettamente da ciò che gli storici della scienza hanno scritto fino a pochi anni fa. Russo rileva che: “L’importanza [della nascita della scienza] non è quasi mai percepita. In genere le storie del pensiero scientifico, stemperando le differenze tra scienza ellenistica, conoscenze prescientifiche delle antiche civiltà egiziana e mesopotamica e filosofia naturale della Grecia classica, riescono a nasconderla. Nei libri di storia antica, poi, l’avvenimento è accuratamente taciuto. Il più delle volte vi si dice solo che l’ellenismo fu un periodo in cui fiorirono alcune “ scienze “.
Si possono trovare in genere più notizie su Archimede o Aristarco di Samo in un’opera sul Rinascimento, a proposito della loro riscoperta, che in un libro sulla civiltà classica … Per dare un senso all’affermazione che la scienza nacque con l’ellenismo, occorre mettersi d’accordo sul significato di ellenismo e di scienza”. (La Rivoluzione Dimenticata, p.21 e 22).
L’ellenismo, secondo la terminologia introdotta da Droysen, accettata dalla storiografia successiva, e condivisa da Russo, si fa iniziare nel 323 a.C. con la morte di Alessandro il Macedone. La fase discendente dell’ellenismo fino alla su scomparsa va dalla caduta di Siracusa nel 212 a.C. a quella dell’Egitto nel 30 a.C. Meno ovvia e più opinabile è la precisazione del significato della parola “scienza”.
Credo che questa precisazione possa dipendere sia da una presa di posizione filosofica che da ciò che ci si propone di studiare. Russo, del tutto consapevole di questo, scrive: “La continua e rapida modifica dei principi scientifici, in particolare della fisica, ha reso infine insostenibile la tesi che la scienza fosse un insieme di affermazioni certamente vere. Questa tesi costringe, infatti, a considerare non scientifiche tutte le teorie superate. Finché si era trattato di conoscenze il più delle volte vecchie di secoli, il loro declassamento era stato accettato di buon grado, ma con il nuovo ritmo di sviluppo lo stesso criterio avrebbe costretto a escludere dal novero della scienza tutti i risultati non ottenuti negli ultimissimi anni.
Ciò è sembrato inaccettabile agli scienziati, probabilmente perché li avrebbe costretti ad accettare come inevitabile il futuro riconoscimento di non scientificità anche dei risultati propri. E’ divenuto chiaro in altri termini che una buona definizione di “scienza”, deve permettere di includervi anche affermazioni tra loro contraddittorie, come i principi della meccanica classica e quelli della meccanica relativistica. … Per arrivare alla nostra definizione (provvisoria) di “scienza” cominciamo col notare che alcune teorie da tutti considerate scientifiche, come la termodinamica, la geometria euclidea o il calcolo delle probabilità, condividono le seguenti caratteristiche essenziali: Le loro affermazioni non riguardano oggetti concreti, ma enti teorici specifici.
La geometria euclidea, per esempio, può fare affermazioni su angoli o segmenti e la termodinamica sulla temperatura o l’entropia di un sistema, ma in natura non esistono angoli, segmenti, temperature o entropie.
La teoria ha una struttura rigorosamente deduttiva; è costituita cioè da pochi enunciati fondamentali (detti assiomi, postulati o principi) sui propri enti caratteristici e da un metodo unitario e universalmente accettato per dedurne un numero illimitato di conseguenze. …
Le applicazioni al mondo reale sono basate su regole di corrispondenza tra gli enti della teoria e gli oggetti concreti. …
Le teorie scientifiche, anche se nascono per descrivere fenomeni naturali, per la possibilità che hanno di autoestendersi con il metodo dimostrativo, divengono quindi in genere modelli di settori di attività tecnologica. La tecnologia scientifica, caratterizzata dall’avvalersi di una progettazione effettuata all’interno delle teorie scientifiche, appare così intrinsecamente legata alla stessa struttura metodologica della scienza esatta e non può che nascere da questa”.