“I pionieri del plastic free in Sicilia”
Roberto è un giovane imprenditore che ha deciso di creare un coffice proprio a Catania, in via Monserrato.
“Ho aperto il locale nel 2017, ad ottobre, riprendendo un’attività storica che esiste in questo quartiere dal 1954. Ho cercato di trasformarla in un’area giovani innovativa da cui la definizione di “coffice”. Può sembrare un termine desueto e invece in molti accolgono e conoscono già quest’idea di bar unito ad aula studio. La cosa bella di questo posto è la sua popolazione: un mix tra giovanissimi, giovani e signore del quartiere che vengono a fare colazione qui. Si è creata una piacevole convivenza.”
Il quattro febbraio il gestore del locale ha diffuso un comunicato stampa annunciando che dal quattordici dello stesso mese sarebbero diventati “plastic free”.
In un clima di continuo allarme tra la manifestazione degli studenti del quindici marzo scorso per il movimento “io sto con Greta” e le varie associazioni che si armano di guanti e puliscono le nostre spiagge la domenica, l’attività di Roberto e del suo staff si afferma come primo bar ad astenersi dall’uso della plastica a Catania, venendo così premiati come “pionieri in Sicilia del plastic free” all’Eco forum che si è tenuto circa due settimane fa a Palermo.
“Per un bar è davvero impegnativo attenersi al plastic free” -dice Roberto- “I comuni non vanno incontro alle attività, altrimenti avrebbero diminuito le tasse sui rifiuti per chi pratica questa politica.”
Si sta recependo quindi la direttiva europea sulla plastica monouso accettata a Bruxelles il 28 maggio 2018, secondo la quale:” Di fronte al costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono, la Commissione europea propone nuove norme di portata unionale per i dieci prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati.
Tuttavia si creano delle contraddizioni come spiega Roberto: “Nel mio bar, ad esempio, se un cliente desidera l’asporto della monoporzione di un dolce “Duci”, questo diventa un problema. In mercato non esiste un contenitore da asporto, che sia conforme al prodotto, se non in plastica. In questo caso l’alternativa non c’è”, spiega Roberto.
Da Roberto tornano le vecchie abitudini: chi ricorda il sistema “vetro con vuoto a rendere”?
“Questo si che mi fa risparmiare – racconta – è una pratica bellissima che si usava nei ristoranti negli anni sessanta, prima che arrivasse il consumismo.”
Attenendosi ai “dieci comandamenti” contro la plastica monouso Roberto spiega: “Caffè, cappuccino, cioccolata sono tutte in cartone qui. Ma attenzione: c’è cartone e cartone. Il mio ho scoperto che presentava un filo protettivo in plastica, quindi abbiamo rivoluzionato anche la carta. Le cannucce in plastica le abbiamo bandite: si usano solo quelle in metallo che vanno lavate con il loro apposito spazzolino. Stessa cosa i bicchieri di plastica: sono in disuso ormai da Verso. Prima ne consumavo mille al giorno” -continua Roberto- “A volte sono i clienti a chiederlo in plastica, per questioni di igiene. Chi preferisce il bicchiere monouso paga venti centesimi per un bicchiere alternativo in PLA.”
“L’unico ostacolo al plastic free sono i costi, ancora troppo elevati, per questo ancora si parla di un fenomeno di nicchia.”
Verso è un coffice situato in via Monserrato, ideato da Roberto nell’ottobre del 2017. Il locale ha deciso di aderire dal quattordici di febbraio di quest’anno all’iniziativa “plastic free” abolendo l’uso della plastica monouso secondo quanto stabilito dalle direttive europee.