venerdì, Novembre 22, 2024
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Questione di colore

Storie di ordinaria differenziazione

È sabato notte, da poco è passata mezzanotte. In Liguria c’è l’allerta meteo arancione, a Sarzana piove molto e il vento è forte. In centro, i bar e i pub sono ben riscaldati e pieni di persone, la musica è alta e da fuori si sentono le voci e le risate. Fuori ci sono 10 gradi.

foto Mario Libertini

Le strade della zona commerciale anche stanotte ospitano molte ragazze nigeriane. Mezze nude e sotto la pioggia, qualcuna si è armata di ombrello, qualcun’altra cerca riparo sotto i lampioni o sotto i portici dei benzinai, oppure si copre la testa con la borsetta.

Di fianco il centro commerciale, ci sono Evelina, Gift e Sarah; neanche in una serata come questa hanno la libertà di stare a casa. Gift ha di nuovo lasciato suo figlio Micael, che da poco ha compiuto due anni, dalla sorella per tornare in strada, però è speranzosa: le mancano pochi mesi per finire di pagare il debito agli sfruttatori, poi sarà libera.

Di fianco alle scale c’è una Renault grigia parcheggiata, seduto vicino le ragazze c’è un uomo. Avrà circa quarant’anni, è in maniche corte nonostante il freddo e quando prova ad alzarsi barcolla. Va un po’ dietro le ragazze, che si allontanano quando lui si avvicina.

Quando ci vede, biascica che dobbiamo andarcene. Puzza di alcool, a momenti scoppia a ridere, poi torna serio e sembra che senta il bisogno di giustificarsi: è capitato lì per sbaglio, oppure era preoccupato per le ragazze, oppure lui è un amico di Sarah ed è passato a vedere come stava, oppure lui in realtà è un poliziotto in borghese.

Sarah si avvicina a noi, è spaventata, anche se non lo dice. Ha il viso truccato pesantemente ma non guarda in faccia nessuno, si avvicina come se nulla fosse, poi abbassa la voce e dice che quel cliente le sta molestando da un po’. Sempre sottovoce, in inglese: lo mandate via?

Stasera le volanti dei carabinieri non si vedono in giro, nonostante le ordinanze comunali. Le notti in cui passano per quelle strade, i clienti tirano dritto e le ragazze, dopo essersi nascoste un po’ tra i cespugli, tornano a casa.

Chiamiamo il centotredici: la voce gentile che risponde è preoccupato per noi, ci chiede se il cliente ci ha importunato. Cerchiamo di fargli sapere che sono le ragazze a non essere al sicuro.
Finita la chiamata aspettiamo un po’, ma non arriva nessuno. Il cliente va via sgommando.

***

Pisa, mercoledì pomeriggio. Siamo in piazza dei Cavalieri a chiacchierare con un amico, quando arrivano tre volanti di polizia e si fermano vicino le scalinate della chiesa. Si dirigono verso i ragazzi africani seduti sulle scalinate e chiedono i documenti.

Da qualche settimana a Pisa c’è un’ordinanza comunale contro il “degrado pubblico” che, tra le misure, vieta a chiunque di sedersi sul suolo pubblico, sugli edifici e sui monumenti.
In Piazza dei Cavalieri, molto frequentata da studenti e turisti, ci sono soltanto due panchine e non c’è altro posto per sedersi se non nelle gradinate della chiesa, ma questo è irrilevante.
I ragazzi africani, su richiesta, hanno mostrato dei fogli. Poi si sono alzati e, con le mani appoggiate alle macchine, sono stati perquisiti. Io e il mio amico eravamo seduti non molto lontano, sui gradini di fianco, nessuno ci ha chiesto o detto nulla però. Noi siamo bianchi entrambi.

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