Chi ha paura del Casalese?
Volevano bruciare un libro che parla di camorra e di politici collusi. Ma i giornalisti non si arrendono. E nasce un nuovo giornale
Non sarà nè sequestrato né distrutto il libro “Il Casalese” – ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di lavoro -, edito dalla piccola casa editrice partenopea “Cento Autori”. Il libro scritto da nove giornalisti napoletani narra senza censure l’escalation della famiglia del disonorevole deputato Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia con delega al Cipe nel governo Berlusconi.
Le 255 pagine del manoscritto documentano senza filtri né censure i fatti ed i misfatti di un “sistema” di potere che vede nel deputato casertano il punto terminale di una ragnatela di relazioni e interessi che in pochi anni anni hanno trasformato i comuni del casertano in piccoli feudi. Nel libro vengono snocciolati 1044 tra nomi e cognomi, società, imprese e aziende.
Come era prevedibile la reazione non è tardata a venire. Giovanni Cosentino, fratello del deputato Pdl e titolare delle aziende: Aversana Petroli e l’Ip Service, considerate la cassaforte di famiglia ha denunciato la casa editrice e lo stampatore chiedendo nell’atto di citazione un risarcimento danni di un milione e duecentomila euro, il sequestro e la distruzione del testo. Così ad inizio aprile è cominciata una querelle giudiziaria che il 26 aprile ha avuto un primo parziale pronunciamento.
Il giudice Anna Giorgia Carbone del Tribunale di Napoli, accogliendo la prima delle contestazioni mosse dalla difesa della casa editrice Cento Autori, si è dichiarata incompetente. Era accaduto infatti che i legali dell’imprenditore casertano si fossero impropriamente rivolti nel loro esposto-denuncia alla “Sezione specializzata in materia di proprietà industriale ed intellettuale”. Sarà dunque una Sezione ordinaria a dover esaminare il secondo motivo dell’opposizione dell’editore alla procedura d’urgenza (art.700 del codice di procedura civile).
Nell’Italia della caduta degli Dei impressiona pensare che ci siano ancora dei cognomi che non possono essere nominati invano. Dopo il rinvio del 5 aprile e l’udienza del 24 aprile, il giudice Anna Giorgia Carbone, quindi ha adottato la decisione di dichiararsi non competente e rimandare la materia alla Sezione ordinaria.
Nel corso di una udienza Pietro Valente, amministratore delle Edizioni Cento Autori, aveva detto con serenità: “Ho rappresentato le ragioni della casa editrice al magistrato, replicando a tutte le contestazioni mosse dai legali di Giovanni Cosentino. Alla luce di ciò ritengo che il ‘Casalese’ sia la migliore e più realistica immagine di una certa Italia ostaggio di subculture politiche”. C’è una domanda inevasa però che attende una risposta questa si urgente : chi ha veramente paura de “Il Casalese”?
Il manoscritto curato da nove giornalisti professionisti e impegnati su vari fronti della cronaca fa le pulci al deputato Nicola Cosentino, ex potente coordinatore campano del Pdl che per ben due volte ha scansato il carcere grazie al voto della Camera dei Deputati che non ha concesso l’autorizzazione a procedere. L’ex potente sottosegretario all’Economia è un personaggio controverso e definito nell’inchiesta “Il principe e la scheda ballerina” dal giudice per l’udienza preliminare: “Il referente nazionale del clan dei Casalesi”.
All’ombra dell’enorme potere accumulato da Nik ‘o Mericano (questo il soprannome del politico) si snoda una famiglia-azienda tentacolare con forti interessi economici: negli idrocarburi, nell’energia e nel mercato immobiliare. Il libro contiene una biografia non autorizzata – ricca di documenti – dell’esponente politico del Pdl, che da consigliere comunale di Casal di Principe è arrivato, in pochi anni, al governo con Silvio Berlusconi.
Una straordinaria carriera stroncata dalle rivelazioni di sei pentiti che lo hanno indicato come il referente nazionale della più sanguinaria e potente cosca della camorra: il clan dei Casalesi. Un racconto appassionato che diventa uno spaccato inquietante dell’Italia di disastrosi anni del berlusconismo spinto dove sono saltati i confini tra ciò che illecito e ciò che è lecito e dove il potere si conquista con qualsiasi mezzo. La storia narrata nel “Il Casalese” è aggiornata fino alle ultime vicende processuali e politiche che da anni occupano le prime pagine dei giornali e i titoli d’apertura dei Tg nazionali. Gli autori sono tranquilli: “Abbiamo fatto solo i giornalisti”.
UN LIBRO E UN GIORNALE
In alto, il libro che ha scatenato le ire della famiglia Cosentino, e, al suo fianco, il primo numero de La Domenica settimanale, il nuovo giornale di denuncia di Arnaldo Capezzuto. Fa parte della rete dei Siciliani giovani e si affianca ai numerosi giornali di base che, su carta o web, lavorano tutti insieme per un’informazione libera e antimafiosa.