giovedì, Novembre 21, 2024
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Prima i ricchi

L’Italia di Salvini e la Catania di Pogliese.

“Chi ha di più deve pagare di meno”. Questo non è solo il mantra della Lega di governo, pronta a far approvare una flat tax che premia chi guadagna tanti soldi, ma è il paradigma di una nuova destra che si sta facendo strada tra le macerie lasciate dai governi tecnici e di centrosinistra.

foto Alessandro Romeo
foto Alessandro Romeo

A Catania si vota. Favoritissimo è il candidato Sindaco Salvo Pogliese che è riuscito a unire nel suo nome l’intero centrodestra, dalla Lega alla sinistra democristiana, all’area autonomista di Raffaele Lombardo. Una destra popolata da giovani rampolli della riccanza catanese, da mesi impegnati a competere per entrare in Consiglio comunale e in Giunta.

Per lui la priorità è l’ordine e la sicurezza. Al cospetto di Matteo Salvini, arrivato a Catania per sostenere la coalizione di centrodestra, Pogliese ha chiesto un intervento del Ministro degli Interni per assicurare decoro nelle zone abitate dai poveri: per cacciare i poveri.

In corso Sicilia e nel quartiere di San Berillo trovano un tetto i migranti in transito, i senza fissa dimora, lì abita la comunità senegalese e nei bassi lavorano le prostitute. Un pezzo del centro della città che mette a nudo la miseria: donne e uomini che vendono il loro corpo per avere di che vivere, immigrati che prendono in affitto da furbi catanesi appartamenti dove vivere in quattro o in cinque in una sola stanza, ragazze e ragazzi sbarcati in Sicilia che tentano di racimolare qualche euro per continuare il viaggio verso altri paesi d’Europa, uomini poveri che non hanno altro tetto sopra la testa se non i portici di quello che un tempo era il cuore finanziario e commerciale della città.

Chi governa o si candida ad amministrare può immaginare di creare un dormitorio pubblico, può programmare un recupero degli immobili decrepiti per realizzare edilizia popolare, può intestarsi programmi di intervento sociale per consegnare alle donne e agli uomini di San Berillo dignità e diritti che finora nessuno ha assicurato. Dare speranza ai disperati, salvare dalla miseria i miserabili.

La destra ha invece intenzione di dichiarare guerra ai poveri e di premiare i ricchi. La logica è sempre la stessa, quella che fu del governo Monti, quella dell’ex ministro Minniti, solo che adesso ha interpreti più coerenti: la povertà è una colpa, chi la vive ne è responsabile, chi la vede non deve farsene carico ma renderla invisibile.

La lega di governo e il centrodestra lo hanno ben chiaro nei loro programmi: le risorse pubbliche vanno impiegate per fare stare meglio chi sta bene. Chi sta male, chi ha pochi soldi o vive in povertà assoluta non può gravare sulle spalle di chi, operoso, produce ricchezza. La solidarietà è cancellata dal nuovo contratto sociale che vogliono imporre al Paese. Un Paese, quello che hanno in mente, in cui i ricchi meritano tasse più basse, i poveri stranieri vanno reclusi o cacciati, i poveri italiani vanno tenuti alla larga dai salotti.

A Catania vi è il più alto tasso di analfabetismo d’Italia, i ragazzini smettono di andare a scuola troppo presto, una famiglia su quattro è sotto la soglia di povertà, interi quartieri sono controllati dalla mafia che ne gestisce l’economia tramite lo spaccio di droga ma per la destra di Salvini e Pogliese il problema sono i poveri da cacciare.

Dal quartier generale di Salvo Pogliese nel lussuoso Hotel Nettuno nell’elegante Lungomare di Catania i ricchi ringraziano e i poveri prendono santini elettorali. Capace che Pogliese un lavoro ce lo da.

 

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