venerdì, Novembre 22, 2024
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I tuareg
A TIMBUKTU

Il 1 aprile in Mali i tuareg entrano a Timbuktu mentre i soldati governativi fuggono dalla città. I ribelli del movi­mento nazionale per la liberazione dell’Azawad conquistano anche Gao, la principale città del nord del Paese. Il 6 aprile viene proclamata la secessione dell’Azawad, regione che è considerata la patria dei tuareg. Il giorno dopo, la giunta militare che governa il paese dopo aver rovesciato il presidente le­gittimo Amadou Toumani Tourè rinun­cia al potere sulle regioni del nord, an­nunciando che entro 40 giorni si ter­ranno le elezioni. Intanto nell’Azawad si rompe l’alleanza tra tuareg e islami­sti. Gli esperti avvertono: “Il Mali ri­schia di diventare un nuovo Afghani­stan”.

Guinea-Bissau
GOLPE E COCA

Il 12 aprile un colpo di stato porta l’esercito al comando della Gui­nea-Bissau. Il golpe è arrivato prima del se­condo turno delle presidenziali, previ­sto per il 29 aprile, che vedeva di fron­te il primo ministro uscente Carlos Do­mingos Gomes Junior e Kumba Yala, leader del Partito del rinnovamento so­ciale. I militari hanno arrestato sia Go­mes Junior sia il presidente ad interim Raimundo Pereira. La Guinea-Bissau è uno snodo importante del traffico della cocaina, che dall’America Latina arri­va in Europa.

Italia
I GIORNI DELLE TORTURE

Il 13 aprile esce nelle sale italiane Diaz. Don’t clean up this blood, il film di Daniele Vicari che racconta attraver­so gli episodi della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto la sospensione dei diritti civili avvenuta in Italia nel luglio 2001 in occasione delle proteste contro il G8. Nel film, basato sugli atti processuali e sulle sentenze della corte d’Appello di Genova, si incrociano le storie di alcuni partecipanti al G8 che la notte del 21 luglio 2001 subirono l’aggressione e i pestaggi da parte di alcuni reparti della polizia all’interno della Scuola Diaz, e poi le violenze nella caserma di Bolzaneto.

Tibet
FUOCO E LIBERTA’

Il 19 aprile due monaci tibetani si danno fuoco contro la repressione ci­nese. È avvenuto a Barma, città situata tra le montagne della provincia del Si­chuan, nella Cina sud-occidentale. I due monaci, Sonam e Choephak Kyap, entrambi laici e sulla ventina, si sono immolati davanti a un monastero invo­cando libertà per la loro terra. Sono al­meno 34 i tibetani che dall’inizio del 2011 si sono dati fuoco per protesta. A Barma la situazione è molto tesa dopo che a gennaio le forze antisommossa della polizia hanno sparato sulla folla, uccidendo un manifestante e ferendone diversi altri.

Bahrein
LA DITTATURA UCCIDE

Il 21 aprile le forze di sicurezza del Bahrein uccidono un manifestante che partecipava alle proteste indette contro il governo dall’opposizione sciita. I manifestanti sono scesi in piazza a Da­mistan, Karzakkan, Malkiya e Sadad, che distano meno di quattro chilometri dalla pista di Sakhir dove si svolge il Gran premio di Formula 1.

Il principe Salman ben Hamad ben Isa Al Jalifa ha assicurato che la gara, prevista per il giorno dopo, si svolgerà regolarmente. Vincerà Sebastian Vettel, che dichiara: “Dal punto di vista della strategia tutto ha funzionato alla perfezione”. Non meno soddisfatto Romain Grosjean, che festeggia così il primo podio della sua carriera: “È fantastico, sono vera­mente felice ed orgoglioso per il risul­tato”.

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