L’agroindustriale fantasma, una storia infinita
Siamo in provincia di Siracusa. “Una stupida provincia – diceva Sciascia – che in fatto di morti ammazzati aveva poca pratica…”
Fiorente cittadina sullo Jonio. Celebre per la sua pianta esagonale, la mandorla, i limoni, il nero d’Avola e per le rivolte bracciantili del 2 dicembre 1968. Passato e futuro si trovano mischiati apparentemente senza un preciso perché, lasciando sul territorio idee ibride di gattopardiano sviluppo.
I braccianti di un tempo solevano riunirsi la mattina presto nella grande piazza centrale del paese in cerca della jurnàta di lavoro. Venivano scelti accuratamente dai caporali, come capita ancora oggi ai fratelli di colore a Cassibile, durante la stagione della raccolta delle patate o delle fragole. Riuscirono tutti insieme a ribellarsi e a ottenere l’eliminazione della figura del caporale, dell’ingaggio della manodopera in piazza e l’abolizione delle “gabbie salariali”.
Ma ci vorranno quasi due anni affinché dalla mattanza di Avola del 68 si arrivi alla costituzione dello Statuto dei lavoratori del 70. La rabbia, però, rimane sempre la stessa ed è riesplosa un paio di mesi fa sotto l’egida dei Forconi: Avola è stata la capitale di questo movimento.
La Sicilia, granaio galleggiante, ha sfamato tantissimi popoli diversi. Per tutti, l’agricoltura era un’arte, se non l’emblema dell’onestà. Marco Porcio Catone, nel suo De agricultura, lo dichiara apertamente: fra i contadini si formano uomini di fortissima tempra e soldati valorosissimi; e dall’agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto: chi è occupato in quell’attività non nutre pensieri malevoli.
L’agricoltura era il cuore dell’economia di questo paese. Per questo si voleva investire in questo settore. Di che cosa stiamo parlando? Il progetto in questione, doveva offrire un’agognata possibilità a una larga fetta di economia locale. Il protagonista di questa storia è il centro agro-industriale polivalente di contrada Torrente Risicone, alle porte della città in direzione Noto.
Il suo completamento si collocava al primo posto del piano triennale delle opere pubbliche, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 49 del 22-06-2010, “in quanto opera di primaria importanza nel quadro delle iniziative infrastrutturali e di servizio volte a promuovere e favorire lo sviluppo economico del territorio siracusano e limitrofo”.
L’8 giugno del 2001 il decreto n. 638 dell’Assessorato Regionale dell’Industria finanziava la somma residua di lire 36.295.000.000 per il completamento dell’opera, secondo le previsioni della perizia approvata dal Commissario Straordinario del Comune di Avola, con delibera n.73 del 12-10-1999, per l’ammontare complessivo di 42,700,000,000. Il progetto era partito. Passano il tempo, le amministrazioni, e altri otto anni senza che si completi l’opera. Poi la sorpresa. Il 15 – 09 – 2010, determinazione del Sindaco n. 68 del registro (questo il termine tecnico): 10000 euro per una consulenza per la redazione di uno studio di fattibilità
Si è quindi pagato un esperto 10,000 euro per sapere se si poteva andare avanti nei lavori, poiché il Comune era sprovvisto del necessario personale. Totale spesa? 6,5 miliardi di lire + 10,000 euro. E oggi, in che stato è il centro agroindustriale? L’ingresso alla gigantesca area è totalmente aperto e fruibile a chiunque volesse andarci. Persone per bene, ladri, vandali o semplici curiosi: a tutti è permesso un giro al luna park. Un cancello a due sbarre orizzontali è totalmente aperto. Nessuna recinzione delimita la zona.
Superato il cancello a sinistra una discarica di scarti di eternit e altro materiale vario. Di fronte un’altra piccola discarica di all’incirca cinquanta lastre di eternit. Le lastre sono state adagiate una sopra l’altra, a formare un ammasso e sembrano state sistemate con cura, con grande disponibilità di tempo. Continuando nella via sacra degli orrori, subito sulla destra una nuova discarica di materiale vario, forse isolante spugna per edilizia.
Seguendo la strada che sale leggermente e che vira a sinistra, si erge il moderno “monumento ai caduti” copertoni di trattori usurati nelle assetate campagne siciliane. Finalmente si arriva nella spianata della disperazione. Un camposanto di pali d’acciaio stanno dritti da più di dieci anni in attesa di copertura dal gelo e dal caldo siciliano. E più in fondo la struttura che doveva ospitare gli uffici.
In che stato è questo stabile? Le finestre sono tutte sfondate, i vetri staccati e lasciati rotti sul pavimento. Le stanze sono piene di bottiglie di birra, residui forse di qualche festino. I muri sfondati, alcuni presentano tracce di cenere come dopo un falò. I bagni con tutti i sanitari rubati. E, in uno dei sancta santorum dell’intimità umana, un vespasiano, troviamo un tesoro particolare: una splendida siringa, di quelle che si usano per l’eroina. Qua e là palline da softair. All’angolo di una stanza, seminascosta, una boccetta, simile a quelle che si usano per certi tipi di droghe.
Fuori, vicino alle vasche dove sarebbero stati raccolti i limoni, una tettoia fatiscente, forse pericolante, sotto la quale sarebbero dovuti stazionare i tir della ricchezza. E poi, poco più avanti, dei pali della luce, inchinati, segati quasi alla base, perché se ne potesse estrarre l’oro rosso, il rame: furti di questo genere sono divenuti comuni in Sicilia, ma non se n’era ancora avvertita la presenza ad Avola. Intorno al perimetro di quello che sarebbe dovuto essere il centro agroindustriale vero e proprio, un po’ di immondizia varia.
Nota positiva per gli ambientalisti è la forte presenza di tracce di coniglio, che sembra aver trovato in quest’ambiente un terreno favorevole. Nota dolente, invece, per gli stessi ambientalisti, è l’abbandono dei cani: in questo caso, peggiore del solito, perché vede protagonisti tre cuccioli, che troviamo vicini a una scatola, con su scritto “Agrumi”. I tre cagnolini, lasciati a se stessi, preda della fame e dello sconforto, piangono alla vista degli esseri umani. Per nostra segnalazione, la Polizia Municipale di Avola li raccoglie nel pomeriggio. Moriranno di gastroenterite al canile, subito dopo. Forse lo stare in quelle condizioni li aveva segnati irrimediabilmente? Non si poteva far nulla? E viene da chiedersi: perché lasciare un posto in balia di chiunque? La terra di nessuno, crudele, impastata di eroina e morte, di alcol e ladrocinio di rame.
SCHEDE
IL CENTRO AGROINDUSTRIALE
DATI GENERALI
Superficie totale: 85.000 mq.
Soldi stanziati: lire 42 miliardi e 700 milioni Soldi spesi: lire 6,5 miliardi.
Soldi restanti: lire 36 miliardi e 295 milioni.
10MILA EURO PER CONSULENZA:
– 5000 euro quale residuo dell’impegno di spesa n. 2766/09 assunto sul cap. 341/4
spese per interventi in favore dell’agricoltura e della pesca con determina area 2 n.36 del 24-12-2009
– restanti 5000 come segue:
1880 euro sul capitolo 37/0, prestazioni professionali per studi, progettazioni etc. del vigente bilancio comunale,
2785 euro quale residuo dell’impegno di spesa n. 2766/09 assunto sul capitolo 341/4 spese per interventi in favore dell’agricoltura e della pesca con determina area 2 n.36 del 24-12-2009,
335 euro quale residuo dell’impegno di spesa n. 2768/09 assunto sul cap. 340/0 spese partecipazione città dei sapori con determina area 2 n. 36 del 24-12-2009
LA DETERMINAZIONE SINDACALE
N.68 DEL 15-09-2010
“Oggetto: affidamento di incarico professionale per la redazione di uno studio di fattibilità del centro agroindustriale polivalente in Avola – contrada torrente Risicone – SS 115 – Ferrovia Siracusa – Licata.
Scorrendo nella delibera:
Considerato che, in ragione del lungo lasso di tempo intercorso, si rende necessario provvedere ad un aggiornamento delle previsioni di progetto, alla luce del mutuato quadro socio-economico e del progresso delle conoscenze tecnologiche anche al fine di motivare la richiesta di re iscrizione del finanziamento alla Regione Siciliana come meglio evidenziato nella relazione allegata al presente atto;
Accertata la carenza in organico di adeguate professionalità inerenti allo specifico settore cui si riferisce l’oggetto dell’incarico da affidare, si ritiene opportuno e necessario ricorrere a soggetti esterni nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza.
Visto l’avviso del 20 luglio 2010, pubblicato per quindici giorni all’Albo Pretorio Comunale e sul sito internet istituzionale, per la ricerca di una figura professionale esterna di alto ed indiscusso valore […] con comprovata esperienza tecnico-professionale, preferibilmente docente universitario, cui affidare in via fiduciaria la realizzazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica che, previa disamina del progetto originario, delle opere incomplete e non funzionali già realizzate, dell’assetto finanziario attuale nonché dell’odierna produzione agricola dell’intero comprensorio del sud-est siciliano, delle esigenze del mercato e delle prospettive di sviluppo future, indichi una proposta progettuale sostenibile e convincente volta alla valorizzazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli della zona […]
Propone:
1) l’affidamento dell’incarico professionale relativo alla redazione di uno studio di fattibilità del Centro Agroindustriale polivalente sito nel territorio di Avola […]
2) l’approvazione dello schema del Disciplinare d’Incarico che prevede quale corrispettivo omnicomprensivo di euro 10,000 IVA inclusa […]
3) di impegnare il suddetto importo di euro 10,000 sui fondi del bilancio comunale […]”