Me ne vado o resto?
Studenti. Fra liste di appartamenti in affitto e voli low cost
“Voglio andarmene da questa città perché non offre niente ai giovani”. Umberto fa l’ultimo anno al linguistico Principe Umberto di Catania. Ha un tono deciso pronunciando questa sentenza, sembra avere le idee chiare. “Mio fratello si trasferirà in Olanda, se non riesco a entrare all’accademia militare lo raggiungo”.
“Neanche i laureati qui trovano opportunità. – aggiunge – Va avanti solo chi ha gli agganci giusti”. Non è il solo a voler fuggire a grandi passi. “Non me ne vado non perché voglio lasciare questa terra, ma perché chi la gestisce mi costringe a farlo.”
Domenico, coetaneo di Umberto, è del liceo Spedalieri, ha un forte senso di appartenenza e un accento da catanese doc. La soluzione per lui sembra essere un biglietto aereo di sola andata. Federica, studentessa uscente dal Galilei, è un’appassionata di filosofia “Vorrei studiare a Bologna, dove con filosofia si studia diritto e economia”. L’università di Catania offre una formazione – secondo lei – “troppo teorica”. Piani di studio vecchi, da rinnovare.
“Dopo il diploma partirò per Torino, a studiare ingegneria informatica al Politecnico – questo è Giovanni, ultimo anno dello scientifico – Studiare lì dà più possibilità di lavoro. Ma poi vorrei tornare, se potessi. La ricerca scientifica, mi piacerebbe”. Ingegneria informatica, un sogno nel cassetto: ma un cassetto da portare via.
51.441 ragazzi siciliani si sono già trasferiti altrove. C’è pure chi alla statistica vuol sfuggire “Non lascerò la mia terra. Vorrei avviare un’impresa, creare posti di lavoro. Viviamo in una città e in una regione fantastiche, che non riusciamo o forse non sappiamo valorizzare”. Federico frequenta l’istituto tecnico Archimede di Catania e ha diciott’anni.