Di Matteo. E il bisogno di Verità
Una petizione per fare dimettere il neoassessore Sgarbi
“Di Matteo non è un martire, tanto è vero che Riina è morto e lui è stravivo. Quante cittadinanze onorarie ha avuto dopo le minacce? Ne hanno fatto un martire. Che bisogno c’è di raccontare al mondo quelle intercettazioni?” così il neoassessore ai Beni culturali in Sicilia, Vittorio Sgarbi, si è espresso qualche giorno fa sul pm Nino Di Matteo.
Di Matteo lo ricordiamo per il processo sulla trattativa Stato-mafia. Ma anche per Matteo Messina Denaro che, secondo il pentito Vito Galatolo, avrebbe architettato un piano per farlo fuori. Così come Riina, intercettato in carcere, sperava di fargli fare “la fine del tonno come il giudice Falcone”.
Un intervento, quello di Sgarbi, come tanti altri. Succedutisi nel tempo e in tanti luoghi, città, summit. In questi giorni i sindaci di alcuni Comuni calabresi – come Locri o Rosarno – hanno scritto al Ministro degli interni Minniti per lamentarsi di come lo scioglimento per mafia dei Comuni sia diventato uno strumento ordinario che alimenta la “cultura del sospetto”, e danneggia la “fiducia nelle istituzioni”. Anche il Comune di Salemi, in provincia di Trapani – di cui Sgarbi è stato sindaco – è stato sciolto per mafia. Eppure Sgarbi, come tanti altri, è ancora qui, nel neogoverno siciliano di Musumeci.
C’è comunque solo una risposta a quella domanda: che bisogno c’è di raccontare al mondo quelle intercettazioni? È il bisogno di Verità, che continua ad essere vivo e ben alimentato.
Manfredo Gennaro, sulla piattaforma Change.org, ha lanciato una petizione per chiedere di rimuovere dall’incarico di assessore il signor Sgarbi. Chiunque voglia aderire, può farlo qui: https://www.change.org/p/presidente-del-rimuovere-subito-sgarbi-dall-incarico-di-assessore-per-le-gravi-dichiarazioni-su-di-matteo