Dai quartieri “di destra” i voti per il centrosinistra
Alle primarie è successo un fatto strano: hanno partecipato di più proprio i quartieri che di solito non votano per il centrosinistra. Come mai?
Le primarie per scegliere il candidato sindaco di Palermo per la coalizione di centro sinistra di quest’anno saranno ricordate per varie ragioni: i veleni che le hanno contraddistinte, il riconteggio dei voti, le richieste di intervento alla Digos, le accuse di voto di scambio, l’apertura di un fascicolo in Procura, alcuni autobus con votanti visti attorno ai seggi, l’esplosione delle complesse dinamiche interne al Pd, la grande partecipazione dei cittadini.
Vorrei riflettere su quest’ultimo elemento perché ho la sensazione che in queste primarie la partecipazione vera e democratica, intesa come possibilità di incidere sull’esistente per trasformarlo in direzione di una maggiore giustizia e equità sociale, lascia il tempo che trova.
Chi ha vissuto la stagione delle primarie del 2005 fatica a ritrovare in queste lo stesso spirito e lo stesso clima di quella stagione.
A Palermo sono andate a votare poco più di 29.500 persone. Un numero elevato, che fa registrare un aumento del 50% rispetto ai votanti delle primarie palermitane del 2007, che furono poco meno di 19.500.
Ma mettendo a confronto i dati del 2007 e del 2012 in alcuni seggi, viene fuori un incremento di partecipazione non omogeneo: al Politeama e alla Stazione, zona centro, la partecipazione è rimasta sostanzialmente stabile; all’Arenella è aumentata del 50%; in altri quartieri di periferia, considerate zone cosidette a rischio e più “sensibili” a determinate sollecitazioni, come Tommaso Natale, San Lorenzo, Villagrazia, Montegrappa, via Messina Marine, Via Brunelleschi è praticamente raddoppiata; al seggio di Piazza Mondello è più che triplicata.
Sembrerebbe che gli elettori palermitani di centro sinistra abbiano partecipato in massa per palesare la propria preoccupazione per l’accordo di Vasto tra i partiti del centro sinistra e per sottolineare l’indifferibilità di un’alleanza più ampia, allargata al centro, che qui in Sicilia si declina Movimento per l’Autonomia e Unione di Centro: il cosiddetto laboratorio politico che vede nel senatore Lumia uno dei più convinti sostenitori.
Se non che la partecipazione aumenta proprio in quelle zone in cui il centro sinistra ormai da diversi anni registra consensi elettorali piuttosto bassi.
L’aumento dei votanti a Palermo è in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali, visto che per esempio a Milano e Genova la partecipazione alla primarie è diminuita sensibilmente: a Milano nel 2010 hanno votato ca. 67.500 cittadini contro gli 82.000 del 2006, a Genova qualche settimana fa hanno votato ca. 25.000 cittadini contro i 38.000 del 2007.
Aumento chiosato dall’affermazione all’indomani del voto dell’on. Cascio, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana: “Nelle primarie almeno 10mila elettori non erano del centrosinistra”.
E allora, se mi chiedo se partecipare a Palermo ogni tanto rima con clientelare, e se penso che bisogna interrogarsi su quale idea di democrazia esprimano queste primarie, sto davvero esagerando?