“Togliendo le slot c’è più spazio per le persone”
A Catania Slotmob premia il bar PGreco
Il bar PGreco si trova a Catania in via Sangiuliano 234. Proprio di fronte vi è un centro scommesse dove tante persone trascorrono come ipnotizzate gran parte del loro tempo davanti a monitor, numeri e false illusioni. Il proprietario del bar PGreco, il signor Giovanni Coppola, ha fatto una scelta precisa: ha detto no alle slot machines.
Nel suo locale il gioco d’azzardo non è mai stato il benvenuto, e ha preferito portare avanti l’attività con il proprio lavoro piuttosto che sfruttando le debolezze dei suoi clienti. E per questa scelta che sabato 7 maggio il movimento Slotmob lo premierà.
Slotmob è un coordinamento nazionale, cui aderiscono circa novanta associazioni, che promuove iniziative di formazione riguardo il gioco d’azzardo e cerca di fare pressioni politiche sulle istituzioni affinché decidano di regolamentare questo settore tutelando la salute dei cittadini e dell’economia.
L’Italia è una repubblica fondata sul paradosso: da un lato proibisce il gioco d’azzardo, dall’altro non solo pubblicizza centri scommesse (persino online) ma lo Stato “per fare cassa” è diretto gestore di certi giochi (vedi Lotto, Superenalotto, etc.).
Nella conferenza stampa tenutasi ieri mattina nel bar PGreco, Giuseppe Vinci, rappresentante di Libera e promotore del comitato Mettiamoci in gioco, ha sottolineato come “la legislazione in materia di gioco nel nostro Paese ha assunto un’evoluzione schizofrenica. Su un’entrata di circa otto miliardi che affluiscono nelle casse dello Stato, bisogna sottrarre il costo sociale che è di circa cinque miliardi. Insomma: alla fine il guadagno è di soli tre miliardi”. Ma non è solo una questione economica: sottolinea infatti che “dietro queste multinazionali che gestiscono i centri scommesse spesso si nasconde la criminalità organizzata che impone determinate ditte per la manutenzione delle macchinette inventando così una nuova forma di pizzo (frequenti i casi di cronaca che dimostrano come molte siano taroccate), inoltre vi è un giro parallelo di scommesse clandestine”. Per questo motivo sono stati coniati degli slogan in controtendenza rispetto a quelli promotori come “Più giochi, più perdi. È matematico”.
Il dottor Fusari del CNA Sicilia si è soffermato invece sul fatto che “lo Stato organizza l’offerta di gioco capillare in tutto il territorio pur sapendo benissimo che non vi è un’adeguata rete di sostegno per contrastare ed aiutare a guarire dalla ludopatia. In Italia vi sono circa quattrocentomila giocatori patologici. Durante gli incontri formativi nelle scuole, è stato allarmante constatare come il 20% dei minori avesse già avuto esperienze di gioco.” Il fatto che si sia assistito, specie negli ultimi anni, alla commercializzazione del gioco d’azzardo ha creato la falsa illusione che giocare sia qualcosa di normale, tant’è che questa abitudine colpisce tutte le fasce della popolazione, abbattendosi spesso in maniera traumatica su quelle più deboli: persone in cassaintegrazione, disoccupati, anziani con pensione minima.
“Paradossalmente più sei povero, più giochi” prosegue Fusari “Noi, attraverso questa campagna di sensibilizzazione, vogliamo sfatare questo mito che cerca di spacciare come normale qualcosa che può diventare pericoloso. I risvolti del gioco d’azzardo non si hanno solo in ambito economico, ma anche in quello familiare, delle relazioni, soprattutto a livello di benessere psicofisico. Molti hanno tentato persino il suicidio.” Vorrà dire qualcosa se si assiste continuamente alla chiusura di attività commerciali e al fiorire di centri scommesse ad ogni angolo delle città? Il settore del gioco in Italia è il terzo tra quelli che producono maggiori profitti. Ma a discapito di chi? E soprattutto chi ci guadagna?
L’avvocatessa Flavia Cerino, del coordinamento Slotmob, ha evidenziato come sia fondamentale una presa di posizione da parte delle istituzioni. “Tre anni fa a Catania si è riusciti ad ottenere un emendamento sulle tasse comunali: i gestori che non mettono macchinette nei propri locali hanno uno sconto sulla tassa della spazzatura. Ma non basta, c’è ancora molto da fare.
Prima di tutto un regolamento che proibisca l’apertura di sale giochi nei luoghi sensibili come scuole, oratori e centri di aggregazione in generale; la riduzione degli orari di apertura di queste attività e la limitazione della pubblicità anche online. Con la legge finanziaria dello scorso anno si è riusciti ad ottenere la limitazione di pubblicità dalle 19 alle 22 nelle tv generaliste, ma bisogna andare avanti”.
Ed è per questo che sabato 7 maggio verrà promosso l’ennesimo flashmob contro il gioco d’azzardo, in concomitanza con altri cinquanta che si terranno un po’ in tutta Italia: ci si incontrerà alle ore 17.00 in via Sangiuliano 234, nel bar PGreco del Signor Coppola, per relazionarsi, fare giochi sani, informazione. Per contrapporsi al gioco d’azzardo che porta alla dipendenza e all’isolamento e soprattutto per ricordare che “togliendo le slot c’è più spazio per le persone”, come recita uno degli slogan di Slotmob.
Bravi! Noi di Torino abbiamo organizzato uno slot mob sabato 7 maggio dalle 14.30 alle 17.30. Circolo CH4 sporting club- via trofarello 10.
Evento organizzato dall’Unità Pastorale 21:
Parrocchia Assunzione di Maria Vergine
Parrocchia Immacolata Concezione e S. Giovanni Battista
Parrocchia Patrocinio di S. Giuseppe
Parrocchia S. Giovanni Maria Vianney
Parrocchia S. Marco
Parrocchia S. Monica
in collaborazione con
CH4 sporting club,
Ufficio Pastorale Salute dell’ Arcidiocesi di Torino, Caritas diocesana, Libera-presidio Attilio Romanó