Catania come stai?- Ovva di n’occhiu e ciunca di n’ pedi!
A CittàInsieme: chi ha visto il bilancio del comune di Catania?
“Quanti debiti fuori bilancio ha il comune?” chiede la moderatrice. “Eh ma gli accertamenti li abbiamo fatti sui residui. Però la Corte dei conti l’anno scorso aveva detto che erano cinquantacinque milioni facendo una valutazione errata. E abbiamo presentato una relazione per dimostrarlo!”
Questa è una delle risposte dell’assessore al bilancio, Giuseppe Girlando, al dibattito tenutosi ieri a CittàInsieme riguardo alla situazione finanziaria di Catania. L’assessore si confrontava sulla questione con Manlio Messina, componente della Commissione consiliare bilancio.
La Corte dei conti ha imposto dieci azioni da fare per evitare il dissesto finanziario, già nell’aria all’epoca di Scapagnini, e teme altresì che nel bilancio redatto (ma non ancora approvato) siano stati inseriti meno debiti di quelli che in realtà il comune ha. Proprio per questo l’ultimatum: “O vi sbrigate ad approvare il bilancio, oppure vi mandiamo un commissario esterno per verificare cosa state combinando!”, se la Corte fosse una maestrina pronta a bacchettare.
Pertanto la domanda che echeggiava ieri era se questo benedetto bilancio sarà approvato nel 2016. L’assessore Girlando dribblava: “I sistemi contabili sono cambiati dal primo gennaio 2015: adesso gli enti locali devono spendere esattamente quello che incassano, e non in base alle previsioni. Naturalmente si soffrirà i primi anni ma questo è un passaggio importante”. Sì, ma si approverà o no il bilancio? Si sarà scordato qual era la domanda cui doveva rispondere?
Di questi vuoti di memoria ne approfitta l’oppositore Messina: “Negli ultimi anni i comuni hanno potuto accendere mutui per pagare le spese correnti e in questo modo non hanno fatto altro che spalmare i debiti sul futuro. Il sindaco pare stia finalmente affrontando questa situazione però il bilancio ancora non è arrivato in commissione e manca pure il parere dei revisori”. E a proposito di vuoti di memoria dimentica che anche durante la precedente amministrazione, quella del suo stesso colore politico per intenderci, i debiti continuavano ad essere spalmati sul futuro dei poveri cittadini. E poveri non per modo di dire. Perché il fatto che il comune debba far quadrare i conti significa che qualcuno dovrà andarci di mezzo. E chi se non i cittadini stessi? Bisognerà tagliare, risparmiare, svendere! Tutto sulle loro spalle.
E Girlando non può negarlo, tant’è che mentre parla del piano di equilibrio sottolinea che attraverso questo il comune dovrà spendere di meno. Messina si ringalluzzisce: “Per questo si stanno spendendo centomila euro per il concerto di capodanno?”.
Altri due fantasmi finanziari: i debiti fuori bilancio e la questione delle società partecipate. I debiti fuori bilancio sono quelli che non possono essere contabilizzati preventivamente – “tipo gli importi per l’accoglienza dei migranti minorenni, visto che non si può prevedere in anticipo quanti ne giungeranno” – fa l’esempio l’assessore. Ma non è che tra un imprevisto e l’altro, c’è il rischio che questa tipologia di debiti venga gonfiata troppo?
Le società partecipate invece possono essere riassunte con il caso della Sidra, la società che continua a fornire acqua pur vantando un credito verso il comune di venti milioni di euro.
“Ma le società partecipate sono l’ultimo dei problemi… Tuttavia rappresentano l’unica lacuna del piano di rientro che abbiamo formulato, ma in qualche modo restituiremo queste somme, anche rateizzandole.” – sostiene Girlando – “Non dobbiamo venti ma dodici milioni”, come fossero noccioline.
La serata trascorre così: tra domande senza risposte, risposte che cercano la responsabilità nel passato e prospettive fiduciose sul futuro. La colpa è delle amministrazioni precedenti? O forse è del federalismo fiscale? O forse addirittura è della Corte dei conti che su cinquecento comuni ne ha commissariati ben trecento? Assessore e consigliere si crogiolano in queste suggestioni per tutto il tempo.
Un revisore dei conti del comune presente tra il pubblico interviene con una considerazione: “A me stasera mi pare si stia facendo psicologia invece di parlare di contabilità!”.