Non c’eravamo, e se c’eravamo dormivamo
Così si potrebbe sintetizzare l’intervista rilasciata dall’assessore Orazio Licandro a Cassandra Di Giacomo di Meridionews. L’assessore sostiene infatti che né lui né la giunta sapessero nulla della vicenda Comune di Catania-Di Bella.
Nulla sapevano dell’inchiesta “Atlandite”, datata 2006. Nulla sapevano dell’arresto di Giacomo Nuccio Ieni, presunto esponente del clan Pillera-Puntina. Nulla sapevano degli interessi economici che lo Ieni aveva con Domenico Di Bella, proprietario della nota discoteca “Empire”. Nulla sapevano del processo allo Ieni, che è già arrivato al secondo grado di giudizio.
Diamo per scontato che il sindaco Bianco e l’assessore Licandro non sapevano nulla. La cosa, però, ci turba, e non poco.
Stiamo parlando di un sindaco ex ministro degli interni ed ex responsabile politico dei servizi segreti. Stiamo parlando di un assessore che è anche professore in una facoltà di giurisprudenza.
E allora ci chiediamo:
Perché la giunta Bianco, prima di dare l’avvio al progetto “La strada degli artisti”, che promuoveva una sinergia tra pubblico e privato, non ha promosso la “sinergia” tra la giunta e la Procura della Repubblica di Catania?
Possiamo credere che nessuno nel partito di maggioranza sapesse? Che nessun consigliere di maggioranza sapesse? E quelli dell’opposizione?
E i consulenti legali del sindaco?
L’addetto stampa del comune, che scrive anche per il quotidiano catanese, neanche lui sapeva della storia di cronaca?
Ma in questa brutta vicenda c’è anche un’altra istituzione, l’accademia delle belle arti di Catania: il suo preside, professore Piccari, e la professoressa Costa, anche loro “non c’erano e se c’erano dormivano”?
Ed infine, noi tutti e tutte della società civile, delle associazioni antimafia, i giornalisti di giudiziaria e non, i partiti e i semplici cittadini, dove eravamo quando si annunciavano tali sinergie?
Auspichiamo che non sia come dice un caro compagno: “In questo Paese vale la regola delle due C: o sei Coglione, o sei Colluso. In ambedue i casi, non dovresti ricoprire alcuna carica”.
Anche trent’anni fa la società civile catanese era parecchio “distratta”, e ciò favorì il troppo spiccare fuori dal coro di una voce, che venne brutalmente silenziata.
Giovanni Caruso
Festa Creatività all’Empire patrocinata dal Comune. Bianco e Licandro con Di Bella già a maggio. Gravissima collaborazione consolidata da tempo. La città reagisca
Il 29 e 30 maggio 2015 l’associazione Zen Art ha organizzato l’iniziativa “Art and Go, giornate dell’arte e della creatività” con il Patrocinio dell’Accademia di Belle Arti, del Comune di Catania e della società Empire Srl. Qui il comunicato sul sito del Comune e qui l’evento facebook con le foto dell’iniziativa.
Società coinvolta dal 2006 nel processo per mafia contro il Clan Pillera-Puntina, già sequestrata nel 2006 e confiscata interamente alla mafia lo scorso 15 ottobre. Amministratore unico della Società Empire, Domenico Di Bella, coinvolto nella vicenda giudiziaria dal 2006 e ritenuto dalla Procura di Catania prestanome del presunto Boss del Clan, Nuccio Ieni.
L’iniziativa si è svolta proprio alla discoteca Empire di via Zolfatai. Enzo Bianco, Sindaco di Catania e Orazio Licandro, Assessore alla Cultura hanno portato i loro saluti il 30 maggio, come da programma. Qui i manifesto e il programma dell’iniziativa.
Nel manifesto dell’iniziativa il logo dell’Empire spicca accanto al logo istituzionale del Comune di Catania e in quell’occasione il patrocinio dell’Amministrazione è stato ufficiale.
Anche l’Accademia di Belle Arti è nuovamente coinvolta e sarebbe il caso che anche questa Istituzione chiarisse pubblicamente se intende proseguire o meno la collaborazione con aziende di questo tipo e con Associazioni, quali la Zen Art, che svolgono le loro iniziative in locali sotto processo per mafia.
È palese, qualora fosse stato necessario chiarirlo, che i rapporti tra l’Amministrazione Comunale e l’Empire Srl non si sono limitati esclusivamente alla chiusura di una strada il 10 ottobre ma riguardano anche altre collaborazioni che non hanno solo portato Sindaco e Assessore a farsi fotografare con un presunto prestanome della mafia ma che hanno visto accostare il Comune di Catania a un’azienda sotto processo per mafia dal 2006, sequestrata e adesso confiscata a Cosa Nostra.
L’amministrazione non può più far finta di nulla, e a nulla servono le giustificazioni di circostanza.
Indipendentemente dalla buona fede con la quale si potrebbero intendere compiute tali gravissime scelte amministrative, chi accosta l’amministrazione comunale ad aziende implicate in processi di mafia deve assumersi la piena responsabilità del gesto, e trarne le logiche conseguenze circa la possibilità di continuare ad amministrare la cosa pubblica.
L’Amministrazione comunale deve chiarire i fatti e rendere pubbliche scuse alla città di Catania, deve chiarire quanti soldi sono stati spesi negli ultimi anni per la riqualificazione e la chiusura al traffico di via Zolfatai, strada su cui insiste esclusivamente il locale Empire.
Catania Bene Comune fa appello alle forze politiche, sociali, associative della città affinché ci si incontri e ci si unisca al fine di condannare unanimemente ciò che è avvenuto e al fine di mostrare alla città che esistono forze sane che ripudiano alleanze e collaborazioni con pezzi di borghesia mafiosa che enormi danni hanno già portato alla collettività.
Già in tanti hanno censurato l’avvenuto e chiesto interventi conseguenti all’amministrazione comunale. Esiste una Catania che alza la testa e non si gira dall’altra parte.
Catania Bene Comune