Catania: privatizzati i due asili più frequentati
In 27 senza lavoro da un mese. Con i fondi PAC si sarebbero dovuti riattivare gli asili chiusi
L’amministrazione comunale di Catania ha deciso di esternalizzare la gestione dei due asili comunali con più bambini iscritti. Attraverso i finanziamenti del Piano di Azione e Coesione due strutture saranno sottratte alla gestione pubblica e, di fatto, privatizzate.
Le strutture di cui sarà privatizzata la gestione saranno l’Asilo nido comunale “l’arcobaleno” di via Stanislao Cannizzaro e l’Asilo nido comunale “la giostra dei bimbi” di via Calipso. Sono gli asili nido del Comune di Catania con più bambini iscritti, 120, e dove addirittura si formano delle liste d’attesa. (qui il documento che indica le strutture che verranno trasformate con i fondi PAC)
Il funzionamento delle due strutture muterà radicalmente rispetto a oggi e la gestione sarà affidata ad un’azienda. Cambieranno tutte le operatrici ausiliarie, non presteranno più servizio le educatrici comunali e tutto il personale verrà reclutato tramite una gara d’appalto che scadrà il 4 aprile 2015. Inoltre non potrà più essere garantito il tempo pieno e i due asili oggi aperti dalle ore 7,30 alle 18, rimarranno aperti solo mezza giornata, fino alle 14. Infine non verranno garantiti gli standard qualitativi previsti per gli asili comunali gestiti dal personale interno del Comune, a partire dalla gestione delle mense.
La scelta dell’Amministrazione Comunale di utilizzare i fondi PAC per la trasformazione di due asili già aperti e ottimamente funzionanti è grave, illogica e inopportuna. In questo momento esistono 3 strutture asilo nido comunali chiuse ed è inspiegabile come l’Assessorato ai Servizi sociali non abbia deciso di destinare tali risorse per la riapertura di queste strutture, tra l’altro collocate in quartieri disagiati in cui il servizio asilo nido diventa fondamentale per la crescita dei bambini e per favorire l’occupazione. L’Assessore ai servizi sociali, Angelo Villari, durante i tavoli ufficiali alla presenza delle forze sociali e politiche, aveva assicurato che non sarebbero stati toccati gli asili aperti ma evidentemente non ha rispettato gli impegni.
La scelta di deportare 120 bambini dal servizio pubblico al servizio privatizzato e finanziato con fondi Pac avrà pesanti ricadute occupazionali e ridimensionerà l’utenza degli asili nido comunali gestiti dal Comune, facendola scendere da 360 a 240 bambini. Appare dunque evidente che anche in vista delle prossime gare d’appalto per il servizio ausiliario vi sarà una contrazione di un terzo del personale necessario e vi sarà un’ulteriore diminuzione delle educatrici comunali impiegate.
In una città che avrebbe bisogno di nuove strutture asili nido e nonostante i fondi PAC siano espressamente destinati all’ampliamento del servizio, la Giunta Bianco decide invece di riciclare e privatizzare strutture già esistenti e funzionanti al fine unico di diminuire i costi.
In questo contesto sono 27 le lavoratrici degli asili nido che dal 16 febbraio sono senza lavoro e 66 le operatrici ausiliarie che stanno prestando servizio in regime di contratto di solidarietà, avendo rinunciato a un terzo delle ore di lavoro e dunque dello stipendio.
L’amministrazione comunale di Catania e l’Assessore Angelo Villari hanno il dovere di fare chiarezza su quale progetto c’è sugli asili nido comunali. È gravissima la scelta di non aprire nuove strutture pur avendo i finanziamenti per farlo, così come è pesante il ritardo con cui si sta agendo al fine di salvare i posti di lavoro.
Gli asili nido hanno un’importanza fondamentale per l’intera città. La volontà di fare cassa tagliando un servizio così indispensabile è assurda così come l’idea di privatizzare i servizi rivolti ai bambini da 0 a 3 anni. Le formule degli asili con fondi PAC, degli asili di caseggiato o degli spazi gioco non possono essere alternative agli asili nido pubblici gestiti dal Comune. Solo l’asilo nido pubblico assicura la qualità e la continuità del servizio. L’amministrazione non può fare un uso improprio dei fondi nazionali, dei PAC o della legge 285 pensando di compensare i tagli che ha agito sui servizi sociali. Catania ha bisogno di interventi concreti che portino al rifinanziamento degli asili nido pubblici e a un loro rilancio.