Mare di guerra, mare di dolore
Intervista ad Alfonso Di Stefano, della Rete antirazzista catanese e del Comitato NoMuos
Gli emigranti che fuggono alle guerre e alla fame si riversano nelle coste del Nord Africa spinti dall’Isis e molte volte trovano la morte nel Mediterraneo. Credono di trovare la libertà, il lavoro e una nuova casa e invece spesso la realtà è quella del razzismo occidentale, di un’ inadeguata accoglienza e nessuna integrazione.
La Sicilia è stata definita “la portaerei del Mediterraneo” per via delle molte basi americane e italiane da dove partono gli aeri portatori di morte in Africa e in Medio Oriente. fra esse le più attive ed importanti sono Sigonella e il MUOS, installato nella sughereta di Niscemi.
– Le dichiarazioni delle istituzioni sono sempre le stesse. Di chi sono le vere responsabilità?
“I governi sono i principali responsabili di quest’ennesima strage. Tutti piangono lacrime di coccodrillo, fra chi propone di tornare all’operazione Mare Nostrum e chi delira di blindare ulteriormente la Fortezza Europa. Chi ci ha governato in questi anni ha voluto blindare le nostre frontiere e territori, trasformando porzioni della Sicilia in lager dove tenere segregate a tempo indeterminato migliaia di persone, come accade nel mega Cara di Mineo, a Caltanissetta-Pian del Lago, Trapani, o facendo proliferare centri informali d’accoglienza in palestre,scuole, tendopoli in tutta l’isola.
Il Mediterraneo, che storicamente è stato luogo d’incontro e condivisione di popoli e culture, è ormai diventato un immenso cimitero marino. Decine di migliaia di vite sparite nel nulla che gridano rispetto dei loro diritti negati, verità e giustizia.
Con quale dignità i rappresentanti istituzionali parlano di politiche migratorie, quando dalla strage del 3 ottobre 2013 a Lampedusa nulla si è fatto per modificare le vergognose legislazioni liberticide che tante vittime innocenti hanno causato ed hanno ingrassato le mafie?
Sono le politiche governative ed europee le principali responsabili: se si fosse riconosciuta la protezione umanitaria di un anno a tutti e tutte coloro che fuggono dalle guerre (com’è avvenuto per irakeni ed afghani), in poche settimane migliaia di richiedenti asilo avrebbero potuto ricongiungersi ai propri familiari in altri paesi europei. In base all’ottusa applicazione della convenzione di Dublino, i richiedenti asilo, una volta iniziata la procedura in Italia, devono attendere oltre un anno per vedere esaminata la propria richiesta, con “no” sempre più frequenti ed arbitrari.
Nell’estate 2013 molte associazioni antirazziste e reti di movimento, dopo il naufragio del 10 agosto e la morte di sei migranti nella Plaia di Catania, lanciarono la campagna nazionale per il diritto d’asilo europeo, per iniziare la procedura nel luogo di sbarco e concluderla nel paese europeo prescelto; se il diritto d’asilo europeo e i canali umanitari fossero stati riconosci uti, tante tragedie sarebbero state evitate”.
– Ci sembra giusto chiedere un parere a chi da tanti anni lavora sugli emigranti e sui loro diritti e la verità su come viene trattato il fenomeno. Per esempio sulle dichiarazioni del ministro degli esteri che parlava di entrare in guerra nel territorio libico.
“Il sonno della ragione genera mostri: si vuole cercare una soluzione “politica”, ma nessuno fa un bilancio autocritico della sciagurata guerra alla Libia nel marzo 2013. Allora l’80% degli attacchi aerei decollò da Trapani-Birgi e Sigonella. Dopo quattro anni la Libia è saccheggiata dalle multinazionali del petrolio (Eni in testa) e da bande locali armate per interessi tribali. Un intervento “umanitario” dell’Occidente (Nato, Onu , Ue o Usa) aggiungerebbe disastri ai disastri precedenti”.
– Che ne sarà dei migranti che passano dalla Libia incalzati dallo “stato islamico”?
“Consideriamo di una gravità inaudita le notizie che circolano su presunti terroristi dell’Isis infiltrati nei barconi della morte.
Invece di accogliere chi fugge dalle guerre, vittima delle ingiustizie planetarie, si continua a non distinguere le vittime dai carnefici. I diritti umani dei migranti, a partire dal diritto d’asilo europeo, verranno sempre più calpestati . Le guerre di civiltà o religione nascondono spesso l’interesse a rapinare le risorse energetiche dei paesi “aiutati”. Le bande terroriste dell’Isis (sostenute da petromonarchie del Golfo, Turchia, e all’inizio dagli Usa) sono state fermate a Kobane in Siria soprattutto dall’eroica resistenza del popolo kurdo.
E’ vergognoso che la principale organizzazione kurda, il Pkk, che ha contribuito alla sconfitta dell’Isis, sia ancora nella lista nera delle organizzazioni terroriste di Usa ed Ue [www.uikionlus.com]”
– Questo farà crescere la paura degli italiani? La useranno i razzisti?
“Grazie alle amplificazioni allarmiste di troppi media le forze xenofobe faranno le loro fortune elettorali, temiamo anche nel meridione. In tempi di crisi economica il razzismo dei penultimi potrebbe facilmente attecchire scatendo guerre fratricide fra lavoratori e precari, autoctoni e migranti.
Il percorso del movimento antirazzista s’interseca con il movimento antimilitarista che in Sicilia si è espresso con il movimento NoMuos denuncio la campagna allarmista di cosiddetti “esperti”, che all’indomani della pubblicazione della sentenza del TAR del 13/2, hanno affermatoa che la mancata entrata in funzione del MUOS indebolirebbe la sicurezza nazionale(?). Mentono sapendo di mentire: perchè il Muos non è ancora in funzione, è “ad esclusivo uso della marina USA” e la sua presenza diventerebbe così obiettivo di probabili ritorsioni.
http://siciliamigranti.blogspot.it/2014/08/appello-per-unaccoglienza-degna-dei.html