La Ragna-tela e la città delle donne
Le donne attraversano la vita con lo stesso passo con il quale attraversano le vie, le piazze, i mercati. Entrando ed uscendo dalle proprie case, dai luoghi che abitano.
Le donne e gli uomini di tutte le città “abitano” le città. E le città sono tali in quanto sono abitate.
Habitare in latino significa “avere” e rimanda all’avere con continuità e frequentazione, cioè la possibilità di disporre, conoscere e praticare un luogo.
Siamo tutti “abitanti” di questo mondo e in quanto tali siamo chiamati oggi più che mai a proteggerlo, a difenderlo. E le donne sanno bene che difendere e proteggere ciò che si ama richiede spesso tempo e cura, ma anche una grande forza e molto coraggio.
E di questo coraggio ne danno dimostrazione giorno per giorno le mamme NO MUOS, che lottano per la smilitarizzazione del territorio, insieme a tutte le altre associazioni che propongono modelli di vita sostenibili, che rifiutano ogni forma di violenza e subordinazione verso un sistema che non tiene più conto delle relazioni umane, che tende ad omologare verso logiche spietate.
La Cité des Dames: i criteri e le pretese femminili per Catania ha puntato l’attenzione sulla vivibilità non solo delle città, ma soprattutto del territorio. Prendendo spunto dalla figura rivoluzionaria e silenziosa di Christine de Pizan che immagina una città utopica dove racchiude tutte le donne che fino ad allora si erano distinte per capacità creativa e razionalità, evidenziando la nobiltà d’animo che le distingueva, esortandole ad uscire fuori da quella condizione di inferiorità a cui erano sottoposte.
Gli eventi tenuti in questa settimana dalla Ragna-tela hanno messo in risalto la capacità relazionale e lo spirito propositivo proprio delle donne che, senza avere nessuna pretesa di esclusività, potranno trascinare in questo circolo virtuoso tutti coloro che abitano la città: gli abitanti.