“Cosa c’è dietro Isis?”
L’acuto “antiimperialismo” di certa sinistra…
Sono mesi che alcuni fini dietrologi e acuti analisti di sinistra cercano di convincere se stessi e il mondo del fatto che l’ISIS sia un fenomeno voluto e creato dagli USA. Citano, ormai da mesi, le dichiarazioni della Clinton o del Generale Clark, adducono come grave indizio il fatto che ancora l’ISIS non si sia scagliato contro Israele e, con aria pensosa, ma che nasconde un mondo di profonde riflessioni, si chiedono “Ma l’Isis, a chi giova?”.
In tutto ciò, i suddetti analisti, troppo indaffarati nel cercare l’indizio che collegherebbe l’Isis agli USA, hanno dimenticato di leggere i giornali e in particolare la notizia, fornita dallo stesso comando militare USA, che si sta preparando la grande battaglia per Mosul, in aprile o maggio.
Questa battaglia vedrebbe schierati l’esercito iracheno, quello USA (da capire in che forma) e i curdi. Scopo: liberare Mosul dalla morsa dei tagliagole Isis. Il che, in astratto, sarebbe una gran bella cosa, salvo che Mosul è una città di due milioni di abitanti, in prevalenza arabi sunniti. Salvo che le truppe dell’esercito iracheno sono potentemente condizionate dagli elementi sciiti e dallo stesso Iran. E salvo il fatto che, come Human Rights Watch non manca di osservare da mesi, gli arabi sunniti, nelle zone nelle quali sono minoranza, sono soggetti a pulizia etnica da parte di sciiti e curdi.
D’altro canto, una delle più importanti cause che hanno permesso l’affermazione dell’Isis (altro che qualche iniziale finanziamento USA!) è stato il fatto che molti sunniti vedono nei tagliagole una sorta di protezione contro i loro avversari storici. Se è lecito il paragone: la protezione che il negoziante cerca dalla mafia contro il rapinatore.
La battaglia di Mosul
Questo è il quadro di riferimento della prossima battaglia di Mosul, il cui primo paragrafo si sta scrivendo in questi giorni con l’assalto cominciato il 2 marzo a Tikrit, città natale del sunnita Saddam Hussein. Naturalmente a condurre le operazioni sono le milizie sciite addestrate dagli iraniani, inquadrate o meno nei ranghi dell’esercito iracheno, che si avvale di consulenti militari giunti da mezzo mondo. Sul posto, tra l’altro, segnalata la presenza di Qassem Soleimani, comandante delle forze speciali iraniane. Non certo per caso, visto che è stato uno dei principali artefici della riorganizzazione in senso sciita e filoiraniano dell’esercito. Naturalmente la propaganda irachena presenta la battaglia di Tikrit, come un capitolo della guerra di liberazione contro gli invasori dell’Isis, ma la “liberazione” di Mosul (Tikrit è la prima tappa di avvicinamento), in realtà, vedrà marciare compatti contro la città sunnita tutti i nemici storici affratellati: curdi, sciiti (all’interno dell’esercito iracheno o come milizia paramilitare) e quegli USA che hanno appoggiato il governo dello sciita Al Maliki durante il quale si compivano i raid degli squadroni della morte sciiti. Come finirà la battaglia, ammesso che ci sarà, non lo sappiamo. Ma è possibile che diventi una carneficina di proporzioni sconosciute negli ultimi decenni, salutata, almeno sulle prime, dai fragorosi applausi di tutto l’Occidente (di destra o di sinistra). Le popolazioni civili, già ora soggette alla pulizia etnica, saranno bersaglio di ogni violenza. Non ci sarà luogo nel quale potranno rifugiarsi se non, forse, la Turchia previo attraversamento delle regioni curde. Se prevarrà la coalizione curdo-sciita è facile prevedere l’assoggettamento della popolazione sunnita nei prossimi anni, ed è facile prevedere che, in questo caso, il fuoco coverà sotto alla cenere, pronto a deflagrare in futuro. Perché, purtroppo, questa non è una facile guerra di buoni contro cattivi: l’Isis è ovviamente cattivo (anzi: pessimo) ma chi lo combatte non diventa buono automaticamente per questo.
Ma torniamo all’inizio, alla sinistra italiana. Sempre orfana del XX secolo (se non del XIX) vede il mondo come prodotto di un Grande gioco condotto dalle superpotenze e da una in particolare. Gioco imperscrutabile ai più, ma non alla sinistra stessa, ovviamente. Che gli USA possano compiere errori non è contemplato: se qualcosa succede è perché gli USA lo vogliono. Resta solo da capire cosa vogliano.
Ma non disperiamo: la sinistra è così colta e furba da riuscire a capirlo, persino quando la risposta è ignota agli stessi americani. Anche nel caso dell’Isis, classico esempio di ciò che gli americani non volevano e che, invece, è successo grazie alla loro incapacità e ignoranza. E gli USA, in questa vicenda, di errori ne hanno fatto a bizzeffe. Innanzitutto il GRANDE errore: la guerra in Irak (per tacere dei precedenti). Fatto quello non si sono resi conto che un governo iracheno, costruito col manuale Cencelli delle religioni, avrebbe portato allo strapotere della componente sciita a scapito di quella sunnita con relativi squadroni della morte e successivi sentimenti di rivalsa che avrebbero concimato l’Isis. Poi gli USA si sono convinti che bastasse buttare giù qualche dittatore (prima Saddam poi, in tempi recenti, Assad, Mubarak, Gheddafi tra gli altri) per far scaturire come d’incanto la democrazia. E quindi hanno finanziato chiunque potesse aiutarli nello scopo (ivi compreso l’Isis, ovviamente). Salvo poi trovarsi, in seguito a libere elezioni, i Fratelli Musulmani al Cairo e l’Isis padrone di mezza Siria. Ora, per riparare a questa spettacolare serie di giganteschi errori (ne ho elencati solo alcuni, e solo quelli di questo secolo) stanno finalmente facendo quella che a loro sembra la cosa giusta che rimetterà a posto tutti i cocci: la carneficina di Mosul. Cominciando dal test di Tikrit.
In tutta questa tragedia, si aggirano molti fini pensatori della sinistra che ricercano disperatamente una coerenza. Se gli USA hanno agito così è perché hanno voluto ottenere questo risultato. Il sospetto che si siano comportati come un elefante ubriaco in una cristalleria non li sfiora nemmeno. E quindi l’Isis, ovviamente, esiste perché l’hanno voluto (o quantomeno aiutato intenzionalmente) gli americani, non (anche) perché i suddetti americani sono passati da una castroneria all’altra, no, questo no.
Ormai solo la sinistra ritiene gli USA infallibili e lungimiranti. Hillary Clinton ammette che gli Usa hanno fatto una cretinata, la sinistra italiana no.
P.S. ovviamente io sono di sinistra, e tutto ciò non mi fa per niente piacere.
http://www.hrw.org/world-report/2015/country-chapters/iraq
http://www.hrw.org/news/2015/02/25/iraqi-kurdistan-arabs-displaced-cordoned-detained
http://www.hrw.org/world-report/2015/essays/tyranny-false-comfort