Catania, S. Agata: hanno chiuso i cancelli dopo che la mafia era entrata
Di seguito la relazione del “Comitato per la legalità nella festa di S. Agata“, presentata oggi, 14 febbraio, durante la conferenza stampa. La redazione catanese de “I SICILIANI giovani” non era presente in quanto non invitata, ma ci teniamo a fare una considerazione.
Durante la conferenza stampa del 31 gennaio, il comitato era ottimista e fiducioso che la festa sarebbe andata bene, senza illegalità di sorta e che la presenza di infiltrazioni mafiose sarebbe stata messa sotto controllo e repressa.
Esiste una festa prima della festa senza mafia ed illegalità. Esiste una festa dopo la festa con tanta illegalità e mafia.Queste sono le due facce di una città governata nella menzogna e nell’incapacità di ostacolare mafia ed illegalità. Che il “Comitato per la legalità nella festa di S. Agata” non lo abbia capito lo troviamo strano, oppure pecca di troppa leggerezza.
Redazione catanese de “I SICILIANI giovani”
Dichiarazione del Comitato per la legalità nella festa di S.Agata al termine delle celebrazioni agatine del febbraio 2015.
Queste sono le foto di Roberto Calì morto calpestato il 5 febbraio del 2004 a 22 anni alla base della salita di san Giuliano, e di Andrea Capuano, morto per essere scivolato con il suo motorino sulla cera in via Etnea il 10 febbraio 2010. Queste sono le vittime della disorganizzazione e della illegalità diffusa nella festa. E’ vero che dalla loro morte ci sono stati alcuni cambiamenti positivi, ma tanto ancora rimane da fare e bisogna farlo anche per rispettare la memoria di queste vittime, per far sì che non siano morte invano.
E confessiamo subito un nostro timore, e cioè che anche quest’anno Chiesa Comune e Prefettura affronteranno troppo tardi i problemi dell’organizzazione della festa. Noi diciamo che bisogna cominciare a decidere sui temi delle celebrazioni fin da subito.
Quest’anno, dati gli impegni presi dalle autorità, ci aspettavamo una festa più ordinata, specie per quanto riguarda ceroni, ambulanti abusivi e controllo sulle candelore, ma dobbiamo rilevare che siamo ancora lontani da una soluzione.
Cominciamo però dai lati positivi dalla festa di quest’anno. Abbiamo registrato un maggiore serenità religiosa, un maggiore ordine intorno al fercolo, abbiamo apprezzato il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine ed il rispetto delle isole della legalità, di cui vogliamo sottolineare l’importanza. Esse rimangono un esempio considerevole di come la festa dovrebbe essere, in un clima di legalità e devozione. Non c’erano venditori abusivi né in Piazza Cavour né in Piazza Palestro.
Abbiamo specialmente apprezzato il lavoro del Comune per una rapida pulizia della città. Un ringraziamento anche alla Guardia di Finanza, che nei giorni tra il 2 e il 5 febbraio ha portato a elevare decine di multe per venditori senza autorizzazioni e parcheggiatori abusivi. E un riconoscimento anche alle Forze dell’ordine che, tra l’altro, la mattina del 6 febbraio alla base della salita di San Giuliano, hanno operato una doppia transennatura, per controllare e mettere ordine sulla presenza ai cordoni, in vista della tradizionale salita. Positivo ci è sembrato anche il lavoro svolto dal capo vara Claudio Consoli, che però è stato accusato da alcuni devoti di “tenere sempre il campanello in mano” cioè di spingere perché si evitassero inutili fermate del fercolo. A noi questo sembra un buon segno.
Tuttavia anche quest’anno i portatori di ceroni sono stati determinanti per quanto riguarda i ritardi nei tempi della festa. A questo proposito vogliamo informarvi di quanto ci ha riferito una fonte autorevole, e cioè un episodio accaduto in Via Caronda intorno alle 3 del mattino. Quando un giornalista ha riferito ad alcuni portatori che li si accusava di essere in buona parte responsabili dei ritardi, questi in ritorsione hanno costituito un vero e proprio blocco, che ha impedito per diverso tempo l’avanzata della processione. Solo l’intervento del Maestro del fercolo, Claudio Consoli, è riuscito a sbloccare la situazione.
Così anche quest’anno il ritorno in cattedrale della Santa è avvenuto a metà mattinata del 6 febbraio, con tutte le ripercussioni che sappiamo sulla vita cittadina. I portatori di ceroni non sono gli unici responsabili dei ritardi, ma il loro ruolo è innegabile, piazzandosi come fanno davanti al fercolo ne condizionano i tempi. Anche per quanto riguarda gli abusivi non si sono registrati grandi cambiamenti. É vero che le loro bancarelle, tranne che in alcuni punti, non ostruivano la marcia della processione, ma ci pensavano invece gli innumerevoli venditori di cera e di palloncini a mettersi in mezzo e ad intralciare il percorso.
Da parte loro, i venditori abusivi con i loro camion giungevano sui posti da loro prescelti alle prime luci del 4 e del 5 febbraio, e una volta piazzati, diventava impossibile sloggiarli.
A questo proposito, vogliamo dire una parola sulle ordinanze che proibivano l’accensione dei ceri (tranne che in posti prestabiliti) e la presenza degli arrusti e mancia. Il mancato rispetto delle ordinanze è stato sotto gli occhi di tutti. E ha colpito molto la presenza di automobili della Polizia municipale accanto a ceroni accesi e venditori abusivi, senza che, in generale, venisse presa alcuna iniziativa per fare rispettare le ordinanze. Noi comprendiamo che le ordinanze siano importanti per il Comune al fine di evitare interventi legali contro l’amministrazione in caso di incidenti. Però il messaggio che giunge alla popolazione è che, di fronte a evidenti azioni contro la legge, la forza pubblica rimane inerte.
Aspettiamo che venga fatta luce sull’episodio dell’Antico Corso. Noi abbiamo grande rispetto per la professionalità dei giornalisti di Meridionews e di Live Sicilia, ed offriamo loro la nostra solidarietà. Il Procuratore Salvi in una sua dichiarazione di ieri ha dimostrato di conoscere bene la festa e ha detto che segue con grande attenzione l’investigazione della Squadra Mobile. Non sappiamo ancora quindi se ci sia stata o meno la famosa annacata della candelora di fronte alla casa di un boss.
Tuttavia, vogliamo sottolineare come all’interno del Bastione degli Infetti, a pochi metri dalla casa del boss e dal posto in cui la candelora dei fruttivendoli si è fermata, qualcuno si era preoccupato di piazzare una grande quantità di fuochi di artificio illegali.
Non sappiamo se vi sia un rapporto con l’episodio della candelora, sappiamo che solo l’intervento della Polizia di Stato ha impedito che i fuochi venissero esplosi.
Infine, sempre sulle candelore, vogliamo ancora una volta chiedere alle confraternite delle candelore ed al Comune una conferma o smentita sulle dichiarazioni di almeno tre pentiti: Gaetano D’Acquino, Daniele Giuffrida e Natale Di Raimondo. Anche Santo La Causa ha fatto dichiarazioni interessanti. Non c’è tempo di leggere qui le loro deposizioni, ma mentre quelle di Giuffrida e Di Raimondo risalgono al 2006 e 2007, quelle di D’Acquino e di La Causa sono del 2012. Qui potete trovare copie delle loro dichiarazioni, ma se volete riceverle per via digitale, vi prego di appuntare qui la vostra email.
In generale, comunque, le dichiarazioni dei pentiti parlano tutte un supposto rapporto tra candelore e clan mafiosi, quali Cappello, Santapaola, Ceusi ed altri. Ad un certo punto D’Acquino dice: Ricordo, ancora, che nel febbraio 2009 Nuccio Mazzei chiese ed ottenne che una candelora venisse portata a San Cristoforo. Aspettiamo una smentita o una spiegazione.
Sulla Chiesa: Noi abbiamo sempre apprezzato le iniziative della chiesa da alcuni anni a questa parte, volte a dare maggiore ordine e spirito di devozione alla sua organizzazione interna e quindi alla parte religiosa della festa. Chiediamo però adesso che la chiesa si esprima con uguale decisione anche sui problemi al di fuori della chiesa stessa, come per esempio sui problemi legati alla legalità, e cioè ai problemi dei ceroni o torcioni, ai venditori ambulanti abusivi e a certi comportamenti delle candelore. Avremmo apprezzato un cenno, che non c’è stato, sulla legalità nell’omelia letta a Piazza Stesicoro dall’Arcivescovo, considerando la condizione di illegalità diffusa intorno allo stesso Mons. Gristina. Speriamo vivamente che questo in futuro possa cambiare. Non pensiamo ci si possa chiudere all’interno del recinto delle proprie competenze dirette. La festa è di tutti, ed è responsabilità di tutti.
Terminiamo con un breve accenno alle nostre proposte:
Torniamo ad offrire la nostra disponibilità al team di avvocati che sta lavorando ad una nuova struttura della festa. Ci auguriamo che il loro lavoro finisca quanto prima.
Ribadiamo l’importanza che il Comitato per l’ordine e la sicurezza si riunisca quanto prima per definire linee guida rispetto alle problematiche della festa.
Ribadiamo la richiesta che venga istituito un tavolo di dialogo di valore consultivo al quale possano partecipare i protagonisti della festa (Chiesa con le associazioni agatine, il Comune con le confraternite delle candelore, le associazioni dei commercianti, la protezione civile, il nostro comitato) affinché recepiscano le disposizioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza e ricerchino soluzioni per problemi gravi, quale quello dei ceroni.
Ribadiamo l’importanza delle isole della legalità, e chiediamo che tale esperimento venga esteso ad altre aree, quale per esempio v. Caronda, la sera del 5 febbraio.
Ribadiamo l’importanza di intervenire nelle scuole già dal mese di ottobre per far conoscere i principi religiosi e civili della festa.
Ribadiamo l’importanza della concessione da parte del Comune di licenze temporanee ai venditori che ne facciamo richiesta, e chiediamo inoltre che vengano assegnati stalli a ciascun venditore.
Ecco: solo così pensiamo che si possa restituire alla città una festa religiosa, bella e ordinata. Solo così possiamo sperare che la morte di Roberto Calì e Andrea Capuano non siano state inutili.