La Marsica nuova Terra dei fuochi?
In quella che oggi è la Piana del Fucino, un tempo sorgeva un lago che per estensione era il terzo d’Italia. Dopo il suo prosciugamento, ad opera del principe Torlonia, le terre liberate dalle acque divennero tra le più fertili di tutta la penisola, dando alle popolazioni locali lavoro e sussistenza. Eravamo anticamente un popolo di guerrieri, poi di pescatori, infine di contadini e allevatori. Gente onesta e forte, che ha amato la terra e dalla terra ha tratto la vita. Qui si producono prodotti ortofrutticoli di prim’ordine, conosciuti ed apprezzati in Italia e all’estero, eppure c’è chi sta violentando questa terra, avvelenandola e privandola della sua purezza. L’incubo della Terra dei fuochi non è poi così lontano e il terrore che quello che mangiamo potrebbe essere contaminato, inizia a farsi strada nella mente di molti.
Le indagini sono ancora in corso ma, lo scenario che emerge dopo la scoperta di due capannoni dove erano state nascoste 80 tonnellate di rifiuti pericolosi è preoccupante. I capannoni sono situati nel nucleo industriale di Avezzano e nella zona di Luco di Marsi e al loro interno erano stoccati scarti ospedalieri e materiale biologico, rifiuti industriali e materiale contenente microrganismi vitali.
I rifiuti rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini, dal punto di vista igienico-sanitario e c’è la necessità di rimuovere, in maniera adeguata e sicura, ma con la massima urgenza, il materiale sequestrato. Le analisi per verificare l’effettiva pericolosità ed eventuale radioattività dei rifiuti (effettuate dai biologi e dagli esperti dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, Arta) sono ancora in corso e non saranno pronte prima di una quindicina di giorni, ma gli inquirenti temono che questa sia solo la punta dell’iceberg. In base alle prime indagini quello che abbiamo di fronte è un vero e proprio traffico di materiale pericoloso che dalle regioni meridionali raggiungeva la Marsica. Tutto è partito da un blitz della guardia di finanza di Avezzano, coordinata dal comandante Davide Lorenzo, che qualche giorno fa ha portato al sequestro di due tir che trasportavano 27 tonnellate di rifiuti (probabilmente tossici), contenuti in decine di bidoni con all’interno del materiale liquido. Le indagini cercheranno anche di far luce, oltre che sulla provenienza di tali rifiuti, anche sul luogo dove i camion avessero in programma di scaricare nella notte ed interrare il pericoloso carico. La senatrice Stefania Pezzopane chiede a gran voce un intervento immediato della Commissione parlamentare d’inchiesta e dichiara “La Terra del Fucino non può e non deve diventare la nuova terra dei fuochi. Non possiamo tollerare che una zona fertile, dove i prodotti locali pregiati, conosciuti e apprezzati in tutta Italia, diventi una discarica di rifiuti tossici e terra di conquista della malavita. Ciò che sta emergendo dalle indagini ancora in corso, ad Avezzano e a Luco, è davvero preoccupante e merita un’attenzione nazionale e un rapido intervento delle istituzioni. Ho già interessato alcuni membri della Commissione parlamentare e ho scritto loro una lettera per invitarli ad attivarsi subito. Bisogna conoscere se oltre ai siti già individuati, ce ne sono degli altri, da quanto tempo va avanti il trasporto e l’occultamento di sostanze tossiche che inquinano la nostra terra”1.
I due trasportatori, residenti in provincia di Caserta e di Avellino, sono stati fermati, ma per il momento, in attesa di accertamenti più approfonditi, nei loro confronti non sono stati adottati provvedimenti ufficiali.
Gli inquirenti temono che dietro il traffico dei rifiuti possa nascondersi l’ombra della camorra.
“La vicenda della Marsica e i rifiuti industriali sequestrati dalle Fiamme gialle e dalla Forestale”, dichiara Pietro Guida, giornalista del Centro e direttore editoriale del gruppo QuotidianiLive, che si è occupato del caso abruzzese, “hanno fatto venire alla luce un fenomeno preoccupante e in veloce crescita. Nei capannoni sequestrati sono state trovate oltre cento tonnellate di rifiuti e altrettante, forse anche il doppio, sarebbero arrivate nel territorio se non fosse scattata l’operazione della Finanza. Il traffico di rifiuti che invece di essere smaltiti secondo le norme vengono abbandonati dentro capannoni messi all’asta oppure abbandonati”, spiega il giornalista, “è diventato il nuovo business della malavita. In questo modo si smaltiscono materiali pericolosi con una spesa irrisoria risparmiando centinaia di migliaia di euro, che finiscono nelle casse della criminalità. L’ecomafia sta cercando risorse e strade innovative per costruire una moderna rete criminale, cercando inedite terre di conquista. Sono queste a mio avviso”, conclude Pietro Guida, “le nuove frontiere della criminalità”.
1 Una commissione d’inchiesta per il traffico di rifiuti tossici: terra del Fucino o dei fuochi?
http://www.marsicalive.it/?p=85780
Grazie a Pietro Guida, giornalista del Centro e direttore editoriale del gruppo QuotidianiLive per la sua preziosa collaborazione e le sue dichiarazioni sull’argomento.