domenica, Novembre 24, 2024
-rete-Cronaca

Je suis Charlie e la poca memoria

In questi giorni siamo tutti Charlie… c’è chi la propria solidarietà ha voluto esprimerla scendendo in Piazza e chi tramite social network, fotografandosi con delle matite spezzate e riattaccate, e pubblicando proprie riflessioni e/o citazioni varie, e poi, c’è chi addirittura, ha voluto tatuarsi, nella mano, l’hashtag #JeSuisCharlie

Tra un po’ di tempo, altre storie seppelliranno quella che attualmente è sulle bocche e sulle penne di tutti i giornalisti iscritti all’albo e la libertà di espressione, di pensiero, di stampa, continuerà ad essere calpestata, più di prima, in balia alla nostra indifferenza e a quella di una politica sadica e da sempre ipocrita in grado di tutelare soltanto i propri interessi. Com’è sempre successo, come altre vicende ci hanno dimostrato. Siamo tristemente abituati a non tenere continuamente viva la memoria.

Dovremmo imparare, tutti, a essere uomini e donne con ideali di fraternità ben precisi da diffondere nella comunità… a portare a termine le nostre battaglie per la giustizia e a far valere i nostri diritti e doveri. Dovremmo imparare a percorrere la strada della legalità, a prescindere, con audacia e fermezza, non piegandoci, per esempio, alla prima richiesta di pizzo, come quella espressa dai parcheggiatori abusivi. Dovremmo imparare a leggere anche la cronaca locale e commentarla, con obiettività e senza impulsività, al fine di promuovere dei messaggi fondamentali e sensibilizzare le nuove generazioni. In poche parole dovremmo migliorare dalla radice il nostro modo di pensare, di agire, e imparare a cambiare direzione ogni tanto. Non sempre “la massa” percorre la strada giusta.

Dobbiamo imparare a essere LIBERI. Ad ogni costo. Liberi di pensare, di scrivere, di leggere. Dobbiamo inoltre imparare a non ritenerci diversi dagli altri e, un giorno, insegnare questi concetti a coloro i quali ci succederanno.

Ciò che è successo nella redazione francese di Charlie Hebdo è terrificante. La nostra indignazione non dovrebbe essere occasionale ma costante… durare negli anni, nei secoli. Dobbiamo difendere ogni giorno l’art. ventuno della costituzione, per prevenire queste stragi. Ma noi siamo abituati a “curare” … già … “curare” ciò che ormai è morto, “curare” dei pensieri ormai frantumati, “curare” dei disastri ormai compiuti. Quanto siamo bravi a “curare”.

Nous sommes tous Charlie. Noi siamo Charlie. Oggi e per sempre. Perché la Libertà di Manifestazione del Pensiero, per noi, è sacrosanta e non può essere negata con nuovi eccidi, Voltaire diceva: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere».

Danilo Daquino

Nato e cresciuto a Lentini (Sicilia), studente e coordinatore di un'associazione locale, estremo difensore dei valori della Legalità, della Giustizia e della Libertà. Da sempre impegnato nel sociale e dedito all'aiuto degli ultimi e dei più deboli, nel 2014 è stato premiato con una borsa di studio per la Solidarietà. Collabora con le redazioni di Telejato Notizie e Telejunior ormai da parecchi anni, come cameraman, intervistatore, scrittore e conduttore del TG, grazie alla sua passione per il giornalismo d'inchiesta che nutre sin da adolescente. Per conto delle due emittenti televisive, sta curando un'inchiesta sul record di morti per leucemia nei comuni del Siracusano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *