mercoledì, Dicembre 18, 2024
-mensile-Editoriali

Ma quanto sei stronzo!

La costante con cui gli uomini di mer­da, siano essi mafiosi doc, sguazzabbut­tigghi, sciacquapalle, scassapagghiara, o, come li chiamava Peppino, “strascina­quacina”, è sempre la stessa, la vigliac­cheria.

Sono capaci di esercitare la vio­lenza solo con i più piccoli, penso a Giu­seppe Di Matteo, con i più deboli, penso a Giuseppe Letizia, con gli indifesi, pen­so a Padre Puglisi, con le donne, penso a Lia Garofalo.

Agiscono di notte, come i vampiri, pronti a nutrirsi del sangue al­trui, ovvero del denaro che gli altri hanno guadagnato duramente con il loro lavoro.

Agiscono armati e spesso uccidono, in un paese in cui sono proibite le armi e la pena di morte. Qualche volta agiscono su commissione di un padroncino di cui so sono messi agli ordini, spesso agiscono di propria iniziativa, per presentare il proprio biglietto da visita ai padrinelli che vogliono servire. Sono pronti a sfo­gare i loro bassi istinti quando sono sicu­ri che nessuno può disturbarli, quando agiscono in gruppo e perciò si credono i più forti. Se la prendono con gli animali, i tuoi poveri due cani o il labrador della vecchietta di ieri, preso a pistolettate (a proposito, chissà se nel corso delle inda­gini a 360 gradi gli inquirenti hanno esa­minato i bossoli).

Se la prendono con gli anziani, la cop­pia selvaggiamente picchiata dell’altro ieri, e, se non trovano niente comprano il bidoncino di benzina e si illuminano d’immenso bruciando qualche macchina o la porta di qualche casa.

Insieme si sen­tono forti, soli si cacano sotto.

Non c’è dubbio che non saranno queste bravate da ragazzini a farci paura, ma la paura è una componente della nostra esi­stenza, specie quando si fa un mestiere delicato, come quello d’informare la gen­te e di convincerla, non in un solo gior­no, che il crimine non paga, che la “ma­landrineria” serve solo ad abbrutire se stessi, a rovinare la propria vita e quella delle persone che stanno intorno, oltre che delle persone più care. Ed è proprio nel rispetto della vita delle persone più care che si misura la distanza tra la no­stra cultura della vita e la loro cultura della morte.

Noi ci teniamo ai nostri figli e deside­riamo che crescano senza di loro, essi in­vece non se ne occupano se non per farli diventare balordi come sono loro stessi. I due cani barbaramente trucidati con il fil di ferro, ci ricordano troppo da vicino cani e gatti che, anni fa i ragazzini del clan dei Fardazza appendevano ai muri della Cantina Borbonica.

Li vorremmo vedere in faccia questi sciacalli, per mostrare la loro faccia a tut­ti, come fai tu quando riesci a procurarti le immagini, incorniciarli con una bella scritta che esce dalla loro bocca: “Chi su­gnu forti!!!!”, ma solo per poter dire loro: “Ma quanto sei stronzo!”.

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