giovedì, Novembre 21, 2024
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Anti-palestinese e anti-israeliano

Netanyahu martoria la Palestina e isola Israe­le. Non è un interlocu­tore politico ma un problema 

RAMALLAH – Torna alta la tensione tra Israele e Palestina dopo la morte del ministro palestinese Ziad Abu Ein. Il mi­nistro è deceduto dopo alcuni incidenti con l’esercito israeliano durante una mani­festazione vicino a Ramallah. “E’ morto dopo che un soldato lo ha colpito al petto con l’elmetto”, ha detto all’agenzia Maan il direttore del comitato di informazione Jamil al Barghouti. Per l’agenzia il mini­stro ha inoltre inalato grandi quantità di gas lacrimogeno lanciato nell’area della mani­festazione dai soldati dell’esercito israelia­no.

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“TEL AVIV – Un italiano di 30 anni – che manifestava insieme a un gruppo di solidarietà con i palestinesi – è stato ferito all’addome in maniera grave in scontri av­venuti con l’esercito israeliano in un vil­laggio nei pressi di Nablus in Cisgiorda­nia. La Farnesina conferma il ferimento di un connazionale in Cisgiordania. L’italia­no, si apprende, è in condizioni stabili e fuori pericolo…”.

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Scrive (o meglio, detta) Shadi Alanzen, il fotografo palestinese che abbiamo pub­blicato sul numero scorso:

“Hello my friends, don’t worry about me soon I will be fine. The Gas entered my eyes by the isreali army in the north of Gaza and i still have little pain in my eyes and i need 3 days or week and will be fine inshallah… and really I miss all of you”.

Mai così isolati 

Dopo la Svezia, primo paese Ue a rico­noscere lo stato della Palestina, monta nella Ue e all’Onu la pressione a favore di Ramallah. Da New York fonti diplomati­che rivelano che entro gennaio, potrebbe essere sottoposta al voto del Consiglio di sicurezza la bozza di risoluzione palesti­nese che chiede la fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania.

A breve la ple­naria del Parla­mento eu­ropeo a Strasburgo voterà una risoluzione di sostegno al rico­noscimento dello Stato palestinese, facen­do eco alle analoghe prese di posizione dei par­lamenti di Gran Bretagna, Spagna e Francia.

Si tratta proba­bilmente del mo­mento di maggior isolamento inter­nazionale vissu­to, dalla sua fonda­zione, dallo Stato di Israele. 

Un governo di estrema destra 

Il governo Netanyahu, formato da una destra estrema, è ormai decisamente fuori controllo: il pensiero ebraico, che per due­mila anni è stato il cuore dell’Europa civi­le, è stato sostituito da uno dei tanti fana­tismi mediorientali, pericolosi per sè e per gli altri.

Sono ben poche, oramai, le diffe­renze sostanziali fra Netanyahu e Hamas.

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Ci si chiede se in queste condizioni sia ancora opportuno per il nostro Paese il mantenimento di ordinari rapporti diplo­matici con tali soggetti, e se non lo sia in­vece una loro temporanea so­spensione.

Nell’interesse italiano, euro­peo, palestine­se e soprattutto del peggior prigioniero della destra fanatica, lo Stato d’Israele.

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