Il “cerchio magico” del boss
Internet è più sicuro del telefono, pensano gli amici di Messina Denaro. Ma finiscono intercettati lo stesso. Uno sguardo dall’interno
Si circonda sempre di tipi particolari Matteo Messina Denaro, boss di Castelvetrano, latitante numero uno in Italia. Il suo Eden, come hanno definito gli inquirenti il cerchio di fiancheggiatori del boss, è molto sempre molto variopinto.
Altro che pizzini: facebook e Skype
Ci sono quelli calmi, che nel sottobosco si muovono e intavolano pacatamente trattative. Ci sono quelli più esaltati. C’è chi si ingegna per trovare soldi per la latitanza del boss. Lo fanno organizzando il tutto tramite Facebook e Skype.
Altro che pizzini, e incontri riservati. I picciotti di Messina Denaro sono un po’ come lui, al passo coi tempi. E nell’inchiesta Eden 2 finiscono anche conversazioni intercettate su internet. Più sicuro, credono, delle telefonate.
Occhio però alla connessione: “Ciao compà…ho avuto problemi con la chiavetta…non c’era linea dopo il temporale…lo lascio acceso…scrivimi qui, anche se non ci sono poi ti risponde”. Hanno username particolari: “sedatel22”, o “ucocacola1”.
Parlano in chat con la lingua di internet, fatta di abbreviazioni ed errori grammaticali: “Debbo sentire il dott. X qualche gg penso di si..cmq spero di fare tutto…Sno andato a vedere l’ospedale”.
Lessico incomprensibile per un tipo come Beppe Rocky Fontana, il poeta che dedicava strofe strappalacrime al boss, arrestato nell’ambito dell’operazione.
Un’affinità “culturale”
E’ un ribelle, Beppe Fontana, una personalità fuori dai soliti schemi di Cosa nostra. Il soprannome, Rocky, arriva dai suoi trascorsi nella boxe dilettantistica. Le sue frequentazioni con Matteo Messina Denaro sono lontane, dalla fine degli anni 80, quando Beppe Fontana ha cominciato ad adoperarsi nella ristorazione.
Tra Fontana e il boss di Castelvetrano ci fu da subito una affinità, come dire, culturale. Pare che i due condividessero la passione per la letteratura, e avessero, a Selinunte, una casetta con una discreta libreria.
L’ispiratore
In molti lo indicano anche come ispiratore per Messina Denaro, i due hanno condiviso in gioventù viaggi, cene, donne e magari qualche segreto. Un colto “globe trotter” capace di girare il mondo e usare fluentemente l’inglese, francese, spagnolo e anche il tedesco. Anima ribelle, si è sempre definito “prigioniero di stato” durante la sua lunga detenzione durata diciassette anni (dal 1994 al 2011).
In carcere Fontana ha sviluppato i suoi interessi culturali e ha pubblicato diversi volumi di racconti, poesie, aforismi, e pagine di diario. In “Delirium”, uscito nel 1997, c’è anche una poesia dedicata al suo amico di vecchia data, intitolata proprio “Matteo”.
Fontana, si è scoperto nell’ultima inchiesta, dopo essere uscito dal carcere si sarebbe messo di nuovo a servizio della famiglia.
Tant’è che era il custode di oro e gioielli della madre di Matteo. Grande fiducia. Poi glieli rubano, un ladruncolo che non sapeva a chi appartenessero. Allora chiama a raccolta tutti. C’è da rintracciare il responsabile e fargliela pagare. I picciotti lo trovano e lo lasciano in fin di vita.
La spedizione punitiva
C’era anche Calogero Giambalvo alla spedizione punitiva. “Lillo”, amico di famiglia su cui si può sempre contare, è consigliere comunale a Castelvetrano. Bazzica nella politica da anni, ma solo lo scorso luglio, per un rimpasto di giunta, riesce a entrare in consiglio.
L’ultima “apparizione” politica è stata pochi giorni prima delle elezioni amministrative a Campobello di Mazara, a metà novembre. Da quelle parti è molto conosciuto. “Lillo”, così lo chiamano tutti, aderisce subito ad Articolo 4 di Paolo Ruggirello.
E proprio con il deputato regionale all’Ars sarebbe stato intercettato nei giorni precedenti le elezioni di Campobello. Le microspie dei Ros avrebbero registrato una conversazione tra i due.
Il consigliere comunale
Con il consigliere comunale che gli avrebbe chiesto di seguirlo in auto per parlare con una persona. Ruggirello, guardingo, chiede chi fosse. E Giambalvo avrebbe risposto: “E’ uno condannato a vent’anni, cchiù mafiusu i mia”. Potrebbe essere una battuta, ma arriva proprio pochi giorni prima del blitz dei Ros.
Avrebbe fatto di tutto per il boss e per la sua famiglia, amici da anni. Lo racconta lui stesso al collega Francesco Martino, consigliere comunale dell’Udc, che ascolta con partecipazione la storia di quando Giambalvo incontrò per l’ultima volta don Ciccio Messina Denaro e poi anni dopo il figlio Matteo. “Ti pare dove era all’Africa? Qua dentro il paese era! Restando tra di noi, io lo vedevo tutte le settimane. Io ogni volta che lo vedevo mi mettevo a piangere perchè… mi smuvia..”
“Mezz’ora di pianto”
Giambalvo a Martino confida di aver incontrato tra il 2009 e il 2010 anche Matteo Messina Denaro. “Abbiamo fatto mezz’ora di pianto tutt’due. Lillo come sei cresciuto? Lillo, e io mezz’ora di pianto”.
“E’ finita la festa…”
Eden 2 è il seguito dell’operazione scattata a Castelvetrano nel dicembre 2013, e che porto in carcere 30 persone fedelissime a Messina Denaro. Tra cui la sorella del boss, Patrizia.
Giambalvo entra nel panico al solo pensiero che potessero arrestare Girolamo Bellomo, nipote e ambasciatore a Palermo del super latitante. Giambalvo si sfoga con suo cognato, Daniele Notarnicola: “Minchia a Patrizia si sono portati? Minchia che cose tinte. Ma come si fa? Minchia non se ne può vero picciotti miei. Ti faccio vedere che hanno arrestato a Nino Amaro, il fratello di Aurelio. Bada tutto a lui lì. Minchia “nzama Dio” mi dispiace troppo assai. Già sto male per Patrizia. Minchia ma come dobbiamo fare? E’ finita la festa…speriamo u signuruzzu che non ci nuocciono… minchia non si coglionia più picciotti non c’è niente da fare. Minchia… se si sono portati a Luca (Bellomo, ndr) tutti consumati siamo, la terza guerra mondiale succede. Minchia, come dobbiamo fare?”.
E come dobbiamo fare con quel Lorenzo Cimarosa, membro della famiglia Messina Denaro, che ha deciso di collaborare con i magistrati? Non si dà pace Lillo Giambalvo: “Minchia se ti racconto l’ultima. Cimarosa collaboratore di giustizia! Troppo tinta la parte è! Io non capisco più niente….a tutti consuma chissu… la prima volta se l’è fatta bello sereno la galera e ora si scantà”. Giambalvo però l’avrebbe la soluzione: “Si fussi iè Matteo ci ammazzassi un figghiu…e vediamo se continua a parlare… perchè come si fa? Tutti possono parlare tranne lui!!”. Non sa che l’operazione Eden 2 scatta anche grazie alle confidenze fatte da Cimarosa. Parente di Matteo Messina Denaro, il primo della famiglia a svelare i segreti di Cosa nostra.