venerdì, Novembre 22, 2024
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I volti dell’assessore

Assessore a Palermo, caro amico ad Acireale, protagonista del falli­mento della clinica pri­vata Santa Rita a Mes­sina…

Questi i volti di Giovanni Battista Pizzo, l’uomo chiamato a sostituire Nico Torrisi alla guida dell’assessorato alle Infrastrutture, Mobilità e Trasporti del terzo governo Crocetta

Annunciato per una presentazione che aveva fatto storcere il naso a chi trovava quantomeno curiosa una visita ufficiale ancor prima dell’insediamento a Palazzo d’Orleans, Pizzo ad Acireale in realtà c’è stato davvero. Ma non nei locali del Co­mune, il nuovo assessore è stato avvistato (o per meglio dire seguito, fotografato, sa­lutato) dalle parti di uno dei locali più fre­quentati dai politici acesi. Più che una stanza dei bottoni, un salotto delle asole. Perché è proprio tra i tavoli di legno e i divanetti in pelle che da queste parti sem­brano saldarsi i legami, siglare gli accordi, rinsaldare le fiducie della politica acese.

E così ad accompagnare il neoassesso­re, tra i tanti, c’era anche l’onorevole Ni­cola D’Agostino, il quale aveva già tran­quillizzato chi alla notizia della mancata riconferma di Torrisi aveva temuto che potesse venire meno il punto di riferimen­to alla Regione, quella figura che grazie ai propri buoni uffici potrebbe agevolare la ripresa di Acireale.

«Abbiamo al governo il nostro caro amico Giovanni Pizzo» ha detto il deputa­to , come a sottolineare che con Torrisi o Pizzo per la città nulla cambierà, perché i legami instaurati con Palermo non verran­no meno per un mero rimpasto.

I problemi? Soldi e igiene

D’altronde, il neoassessore non è certo l’ultimo arrivato: Pizzo, come si legge dal curriculum vitae pubblicato sul sito della Regione, è stato negli ultimi mesi capo di gabinetto proprio di Torrisi. Ciò che però non compare sul suo curriculum è l’espe­rienza da amministratore unico della clini­ca privata Santa Rita di Messina. La strut­tura, convenzionata con la Regione, è sta­ta chiusa nel 2012 dall’allora commissario straordinario dell’Asp 5, Francesco Poli, per «carenze igienico sanitarie» e soprat­tutto per importanti problemi economici.

La clinica – che prima della chiusura aveva registrato un mancato pagamento di dieci mensilità ai 53 dipendenti che tutt’oggi rischiano il posto di lavoro – in una nota inviata all’Asp scrisse: «Non ab­biamo i soldi per comprare i farmaci ne­cessari per curare i pazienti».

Della man­canza di soldi – su cui sono aperti di­versi conten­ziosi – si occupò all’epoca il settimanale Centonove. “Non solo l’Azienda sanitaria 5 ci deve un mi­lione di arretrato per il 2012, ma ci han­no trattenuto somme di de­naro quantificabili in un milione e mezzo. In tutto fanno 2 mi­lioni e mezzo, la cui mancanza ci ha mes­so in ginocchio” scri­veva Pizzo.

“Non è assoluta­mente vero – ri­batteva il manager France­sco Poli – i ritar­di nei pa­gamenti sono quelli ordinari che riguarda­no tutti i forni­tori. Quanto alle somme trattenute è de­naro che l’Asp ave­va pagato ad una so­cietà di factoring per un credito che poi si è rivelato inferiore a quello vantato dalla clinica. Il recupero era dovuto”.

Secondo Centonove, infatti, l’Asp 5 fu «costretta a chiedere in­dietro dei soldi alla Santa Rita poiché «agli inizi del 2008 […] la casa di cura Santa Rita aveva ceduto il credito atteso (e quindi futuro) del 2008, quantificato in quasi 4 milioni di euro (ovvero il budget che la casa di cura ave­va avuto l’anno pri­ma) a Ifitalia Spa».

La società di Bnl, secondo questa rico­struzione, aveva anticipato l’inte­ro impor­to del credito all’azienda di Giovanni Piz­zo ma a fine anno il budget della Santa Rita era stato tagliato di un milione e mezzo di euro; ma l’Asp 5, a sua volta, aveva paga­to l’intero credito a Ifitalia. «Successiva­mente – sempre il settimanale – ha iniziato a recupe­rare la somma paga­ta e non dovu­ta non a Ifitalia, ma tratte­nendo somme che dove­va a pagare alla Santa Rita».

“Beh, forse qualche errore l’ha fatto”

Intanto, chi ha un ricordo ben definito della faccenda sono i lavoratori della San­ta Rita, che dal 2012 vanno avanti nella pro­pria lotta, confidando nella possibilità di riuscire a recuperare gli arretrati e di­fendere il proprio posto di lavoro.

«È stata ed è una situazione molto diffi­cile – dice Clara Crocè della Cgil – ci sono tantissi­me persone che hanno soffer­to. Cosa pen­so di Pizzo? Umanamente si è sempre di­mostrato comprensivo, ma la comprensio­ne certe volte non basta. Il fat­to che sia di­ventato assessore? Beh, da amministratore unico della Santa Rita qualche errore mi pare che lo commise».

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