venerdì, Novembre 22, 2024
-mensile-Società

“Vedo, sento e parlo”

Cinque anni dopo, i ragazzi di Milano non hanno dimenticato Lea Garofalo. “Una di noi” dicono, mentre la ricordano nel corteo

Luce. Quella del fuoco vivo delle fiac­cole, che ha illuminato l’Arco della Pace e i giardini di Viale Montello. Ma anche quella degli occhi della gente, oc­chi di riscatto, occhi di speranza, occhi di ringraziamento.

Semplicemente una donna

“Cosa aveva Lea Garofalo in più di noi?”, si chiede un ragazzo dell’Istituto Volta. Non aveva niente in più di noi. Era sem­plicemente una donna, che ad un certo punto della sua vita, si ribella allo status quo rompendo gli equilibri, animata dall’amore immenso verso sua figlia De­nise. Cinque anni sono passati.

E più di un centinaio di persone si sono date un ap­puntamento importante. Con una fiaccola in mano, hanno ascoltato le tante letture dei ragazzi del Presidio Lea Garofalo e delle scuole superiori e medie. Era pre­sente anche la presidente della Commis­sione antimafia, Rosi Bindi, che con la bandiera sulle spal­le ha voluto ricordare il coraggio di questa donna, che non deve mai essere dimenti­cata.

Dall’Arco della Pace, luogo in cui Lea fu vista per l’ultima volta, ai giardini di Viale Montello, dedicati lo scorso anno al corag­gio di Lea Garofalo, proprio davanti alla sua ex casa, che lei denunciò come il forti­no della ‘ndrangheta, dove si svolsero le azioni criminali, dal traffico di droga agli omicidi. Accompagnati dalle musiche com­moventi del maestro Raffaele Kolher, si co­lorano le strade milanesi di arancione, rosa e giallo, come le bandiere raffiguranti Lea, e la scritta ‘Vedo Sento Parlo’. Davanti alla targa, posta lo scorso anno dopo i funerali civili, tanti applausi e tanta emozione, a si­gnificare ancora una volta di più, l’attacca­mento di questa città e dei tanti giovani a questa donna semplice, coraggiosa e dona­trice d’amore, verso sua figlia. Ma non solo. Anche donatrice d’amore verso tutti noi, che aspettiamo spesso il passo di qualcun altro per fare qualcosa che ci compete.

Dandoci l’esempio

Infine, la Costituzione Italiana. Quella che si vuole cambiare per stare al passo con i tempi. Ma la nostra Carta fondamentale è forse il più bel scritto civile, politico e so­ciale a nostra disposizione. E anche ieri sera, di fronte ai 13 pannelli dedicati ai principi di giustizia, dignità ed egua­glianza della Costituzione Italiana, ci sia­mo sentiti tutti uniti. Perché questi sono valori che uniscono e che rendono liberi. Si, liberi.

Come Lea, che denunciando la sua famiglia ‘ndranghetista ha assaporato “il fresco pro­fumo della libertà che fa ri­fiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, come disse Paolo Bor­sellino, nella fiaccola­ta in ricordo dell’amico Giovanni. Perché lei è riuscita a Vedere, Sentire e Parlare. Dandoci l’esempio. Ciao, Lea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *