La legalità va in scena al Piccolo teatro
Una giornata uggiosa. Il chiostro del piccolo teatro Grassi. Via Rovello 2, centro di Milano. È la mattina di lunedì 3 Novembre ed in quel luogo di centrale importanza, nel cuore della “capitale morale ed economica d’Italia”, si è aperto con una conferenza stampa il progetto “Osservatorio sul presente: legalità”, promosso dalla collaborazione fra il Piccolo Teatro, l’Università degli Studi di Milano e la Fondazione “Corriere della Sera”, che si articolerà in una serie di eventi e spettacoli fra il 6 Novembre ed il 21 Dicembre. Una fortunata coincidenza ha voluto che lo stesso giorno, sempre a Milano, si sia inaugurato il terzo Festival dei beni confiscati: una “sorta di gemellaggio”, come detto dall’assessore alle Politiche Sociali e Cultura della salute del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino, che crea una “sintonia di fondo”. Questo può avvenire perché, ha aggiunto l’assessore, “laddove c’erano le mafie oggi si organizza la legalità ed il pensiero della legalità”, per poter diffondere la bellezza di questa cultura positiva.
Proprio perciò è nato questo percorso che si muove attorno all’idea di “cittadinanza”, ha affermato il direttore del Piccolo Sergio Escobar. Il tutto deve infatti essere “un modo di educare e raccontare che penetri in profondità”, ha continuato Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, per poter combattere al meglio quella che può esse una “tragica normalità che rischia di diventare silenzio”; e a questo si deve dire no. E appunto “E io dico no. Ogni notte ha un’alba” è lo spettacolo conclusivo di questo filone, che comprende: “Il sogno di una cosa” (per il quarantennale della strage di Piazza della Loggia), “Dopo il silenzio” (tratto da “Liberi tutti” di Pietro Grasso), “San Vittore Globe Theatre” (in cui recitano detenute, detenuti ed anche ex detenuti del carcere), “Ridendo e pensando. Seriamente comici” (per scoprire la “irresistibile e contagiosa serietà della risata”) ed “Errare Humanum Est. Il carcere minorile spiegato ai ragazzi” (in cui i ragazzi dell’Istituto Penale Beccaria mostrano come si possa cambiare grazie alla cultura e grazie al teatro).
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