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Il primo mese

שמע ישראל

Shemà Israel

“Ascolta, Israele”

E’ ancora imprecisato, ma nell’ordi­ne delle centinaia, il numero dei bambi­ni e adolescenti uccisi questa estate nel­la Striscia di Gaza. L’unico giorno sen­za vittime è stato il 15 luglio, mentre quello con più bambini e adole­scenti uccisi (trentotto) è stato il 20 lu­glio, una domenica. La media comples­siva si ag­gira fra le otto e le nove vitti­me al gior­no. La lista che segue contie­ne solo i casi accertati fino al 21 lu­glio. 

La direttrice di “Jewish Voice for Pea­ce” Re­becca Vilkomerson è stata arrestata con altri otto pacifisti per aver letto in pubblico questi nomi.

Numerosi giovani israeliani sono at­tualmente detenuti nelle carceri militari per essersi rifiutati di prestare servizio in operazioni contrarie ai diritti umani.

L’ultimo, Uri Segal, diciannovenne, è quasi coetaneo di molte delle giovani vittime elencate in queste pagine. Da di­versi anni è attivo il gruppo “Ometz LeSa­rev” (Coraggio di rifiutare), fonda­to da circa sei­cento ufficiali e soldati che si sono rifiu­tati di combattere nella Striscia di Gaza e in West Bank.

Delle vittime elencate appresso, le prime quattro sono state assassinate in­dividualmente da fanatici della parte avversa; le altre sono state assassinate in massa nel corso di operazioni “mili­tari”, per lo più bombardamenti aerei su aree densamente popolate.

ELENCO DELLE VITTME:

Gilad Shaar, 16 anni,

Naftali Fraenkel, 16 anni

Eyal Yifrah, 19 anni,

Mohammad Abu Khdeir, 16 anni

Seraj Ayad Abed al-A’al, 8 anni

Mohammed Ayman Ashour, 15 anni

Hussein Yousef Kawareh, 13 anni

Bassim Salim Kawareh, 10 anni

Mousa Habib, 16 anni

Ahmad Na’el Mehdi, 16 anni

Dunia Mehdi Hamad, 16 anni

Mohammed Areef, 13 anni

Amir Areef, 10 anni

Ibrahim Masri, 14 anni

Mohammed Khalaf al-Nawasra, 4 anni

Nidal Khalaf al-Nawasra, 5 anni

Salah Awwad al-Nawasra, 6 anni

Ranim Jawde Abdel Ghafour, 18 mesi

Maryam Atieh Mohammed, 11 anni

Sa’ad Mahmoud al-Hajj, 17 anni

Fatima Mahmoud al-Hajj, 12 anni

Abdullah Ramadan Abu Ghazzal, 5 anni

Yasmin Mohammed Mutawwaq, 4 anni

Bassem Abdel Rahman Khattab, 6 anni

Nour Marwan al-Najdi, 10 anni

Ghalia Deeb Jabr al-Ghanam, 7 anni

Saher Abu Namous, 3 anni

Anas Youssef Kandil, 17 anni

Qassem Jaber Adwan Awdeh, 16 anni Qassi Isam al-Batash, 12 anni

Mohammed Isam al-Batash, 17 anni

Manar Majid al-Batash, 14 anni

Anas Alaa al-Batash, 10 anni

Hussam Ibrahim al-Najjar, 14 anni

Ziad Maher al-Najjar, 17 anni

Sara Omar Sheikh al-Eid, 4 anni

Kamal Ated Youssif Abu Taha, 16 anni

Ibrahim Ramadan Hassan, 10 anni

Ahed Atef Bakr, 10 anni

Zakaria Ahed Bakr, 10 anni

Mohammed Ramez Bakr, 11 anni

Ismail Mohammed Bakr, 9 anni

Hamza Ra’ed Thari, 6 anni

Yasmin al-Astal, 4 anni

Usama Mahmoud al-Astal, 6 anni

Fulla Tarek Shaheber, 8 anni

Jihad Issam Shaheber, 10 anni

Wassim Issam Shaheber, 9 anni

Yassin al-Humaideh, 4 anni

Rahaf Khalil al-Jabbour, 4 anni

Mohammed Salem Natiz, 4 anni

Mohammed Shadi Natiz, 15 anni

Fares Jomaa al-Mahmoum, 5 mesi

Walaa Abu Ismail Muslim, 12 anni

Mohammed Abu Muslim, 13 anni

Ahmad Abu Muslim, 14 anni

Abdullah al-Samiri, 17 anni

Imad Hamed Alouwein, 7 anni

Qassem Hamed,4 anni

Sara Mohammed Boustan, 13 anni

Rizk Ahmed, 2 anni

Siham Moussa Abu Jarad, 15 anni

Ahlam Naim Abu Jarad, 13 anni

Hania Abdel Rahman Abu Jarad, 3 anni

Samih Naim, 1 anno

Moussa Abdel Rahman, 6 anni

Amjad Salem, 15 anni

Mohammed Bassam al-Sirri, 17 anni

Wissam Redda Salhia, 15 anni

Ibrahim Jamal Kamal Nasser, 13 anni

Mohammed Ziad, 6 anni

Ruaia Mahmoud, 6 anni

Nagham Mahmoud, 2 anni

Amer Hamoudah, 7 anni

Mahmoud Anwar, 16 anni

Anas Mahmoud, 17 anni

Ibrahim Khalil, 13 anni

Iman Khalil, 9 anni

Imama Isama Khalil al-Hayya, 9 anni

Talla Akram Ahmad al-Atwi, 7 anni

Khalil Osama Khalil al-Hayya, 7 anni

Dima Adil Abdullah Aslim, 2 anni

Dina Rushdi Omar Hamadi, 15 anni

Rahaf Akram Ismail Abu Joumea, 4 anni

Saji Hassan Akram al-Hallaq, 4 anni

Samia Hamid Mohammed al-Shaykh Khalil, 3 anni

Shadi Ziad Hassan Aslim, 15 anni

Assem Khalil Abed Ammar, 4 anni

Ola Ziad Hassan Aslim, 11 anni

Omar Jamil Soubhi Hammouda, 10 anni

Ghada Soubhi Sa’adi Ayyad, 9 anni

Fadi Ziad Hassan Aslim, 10 anni

Qinan Hassan Akram al-Hallaq, 6 anni

Mohammed Ashraf Rafiq Ayyad, 6 anni

Mohammed Rami Fathi Ayyad, 2 anni

Mohammed Hani Mohammad, 2 anni

Marrah Shakil Ahmad al-Jammal, 11 anni

Marwa Salman Ahmad al-Sirsawi, 13 anni

Hiba Hamid Mohammed, 13 anni 

Mohammed Ayman al-Shaer, 5 anni

Hibatullah Akram al-Shaer, 7 anni

Sha’aban Jamil Ziyadeh, 12 anni

Abdullah Youssef Daraji, 3 anni

Mohammed Raja’ Mohammed, 15 anni

Aya Bahjat Abu Sultan, 15 anni

Qinan Akram al-Halaq, 5 anni

Rayan Taysir Abu Jamea, 8 anni

Rozan Tawfiq Ahmad Abu Jamea, 14 anni

Tawfiq Ahmad Abu Jamea, 5 anni

Haifa Tawfiq Ahmad Abu Jamea, 9 anni

Shahinaz Walid Ahmad , 1 anni

Hossam Hossam Abu Qaynas, 5 anni

Ahmad Ayman Mahrous Siyam, 17 anni

Mustafa Nabil Mahrous Siyam, 12 anni

Ghaydaa Nabil Mahrous Siyam, 8 anni

Dalal Nabil Mahrous Siyam, 8 anni

Abdullah Trad Abu Hjeir, 16 anni

Mayar al-Yazaji, 2 anni

Bambino non identificato, 5 anni

Yaser Ibrahim Dib al-Kilani, 8 anni

Elias Ibrahim Dib al-Kilani, 4 anni

Sawsan Ibrahim Dib al-Kilani, 11 anni

Rim Ibrahim Dib al-Kilani, 12 anni

Yaseen Ibrahim Dib al-Kilani, 9 anni

Mona Rami al-Kharwat, 4 anni

(la madre, incinta, è morta accanto a lei)

Ahmad Salah abu Sido, 17 anni

Rawan Ziad Hajjaj, 15 anni

Palestina-Israele

LA SPERANZA TRADITA

Yitzhak Rabin, l’ultimo leader israeliano a volere la pace, fu as­sassinato dal fanatico israeliano Amir (tuttora esaltato come un eroe dalla destra israeliana) il 4 novembre 1995. Nel giro di pochi anni il potere passò alla destra e poi alla destra estrema. Nel set­tembre 2000 Ariel Sharon riacuì il conflitto occupando manu milita­ri la Spia­nata del Moschee a Geru­salemme (suscitando fra l’altro l’indignata reazione del Rabbino romano Elio Toaff). Nel settembre 2009 Ben­jamin Netanyahu andò al governo (per un solo seggio) grazie a un accordo con l’estrema destra di Avigdor Liebermann. Da allora la politica israeliana abbandonò decisamente ogni possi­bile trattativa, installando centinaia di migliaia di “coloni” sui terreni legalmente pa­lestinesi e sviluppando periodicamente operazioni “militari” aventi come principale bersaglio la popolazione civile, l’ultima delle quali (che, secondo l’Onu, ha colpito all’88 indifesi ci­vili) questa estate.

Dal lato palestinese la misteriosa morte di Yasser Arafat (11 no­vembre 2004) e l’isolamento in Occidente dei leader laici che gli succedettero lasciò il potere di fatto a gruppi religiosi integralisti come Hamas. Tanto questi quanto i vari governi estremisti israelia­ni hanno conquistato progressivamente un massiccio consenso fra le rispettive popolazioni, terrorizzate dalla minaccia reciproca e sem­pre meno fiduciose nella pace.

Così, dopo quasi cinquant’anni, è sostanzialmente fallito il pro­getto politico dello Stato d’Israele, nato come rifugio (in terra ara­ba) per gli ebrei perseguitati (dagli europei) e trasformatosi ormai in un regime di apartheid, sostenuto principalmente dalla forza mi­litare e da una repressione durissima sulla popolazione “inferiore”.

Alle nazioni occidentali (e particolarmente al’Italia, che sostiene con armi e addestramento le varie offensive di Netanyahu) ciò pone seri problemi etici e politici. Numerosi responsabili di abusi sulle popolazioni durante la crisi ex-jugoslava degli anni ’90 sono stati sottoposti a processo dalle Corti penali internazionali per reati non molto dissimili da quelli perpetrati ora in Palestina.

Il vescovo Desmond Tutu, noto per la transizione pacifica del re­gime sudafri­cano, ha proposto un boicottaggio internazionale ver­so le aziende dei “coloni” illegalmente stanziate in Palestina: uno stru­mento pacifico per premere sui violenti e favorire la pace.

Fra ii frutti della politica di Netanyahu è infine da anno­verare an­che il risorgere dell’antisemitismo, che non era mai stato pre­sente nei Paesi arabi (popolati prevalentemente da semiti) ed era solo una triste eredità della reazione europea, fino all’orrenda ver­gogna della Shoah e dei feroci gruppi neo-nazisti attuali.

Contro di esso bisogna vigilare senza incer­tezze, non confon­dendo neanche per un attimo la solidarietà ai palestinesi oppressi con la peggiore eredità della “civile” Europa. Ebrei e arabi, palesti­nesi e israeliani, divisi dai potenti della terra e spinti un contro l’altro, si sal­veranno solo in pace e solo insieme. (r.o.)

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