Da Sud a Nord tutti si chiamano Giovanni Tizian
L’associazione daSud ha lanciato l’11 gennaio la campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian” per tenere alta l’attenzione sul giornalista e ribadire che la lotta alle mafie – da Sud a Nord – deve essere una priorità del Paese
La sfida che i clan hanno lanciato a Giovanni è una sfida lanciata all’Italia che resiste e che vuole cambiare: a tutti il compito di organizzare un grande movimento di scorta popolare e civile. Associazioni, gruppi, comitati, partiti, singoli, giornalisti, organizzazioni, personaggi, artisti, trasmissioni radio e tv, giornali, amministratori, scrittori: tutti quanti possiamo fare molto per non fare sentire soli Giovanni e la sua famiglia. E per garantire che possa fare tranquillamente il suo lavoro.
La campagna – che ha avuto tappe a Bologna, Modena, Napoli, Palermo, Torino e molte altre città d’Italia e che vive con migliaia di adesioni sul web – è tornata a Roma lo scorso 26 gennaio, con la presentazione nazionale del libro di Giovanni Tizian insieme al magistrato antimafia Giuseppe Cascini, segretario nazionale dell’Associazione nazionale magistrati e in partenariato con l’FNSI, la Fondazione Libera Informazione e l’osservatorio Ossigeno.
Durante l’incontro è stata lanciata anche la seconda fase della campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian” con la proposta di diffondere buone pratiche antimafie per cambiare l’Italia, consultabile sul sito www.iomichiamogiovannitizian.org
I VIDEO
IL MURALE DELLA MEMORIA
«Il “Crimine” non paga. La Locride è anti’ndrangheta», scritto sul “muro della vergogna”. Quello contro il quale Giuseppe Tizian è andato a sbattere con la sua macchina, dopo essere stato sfgurato dal piombo di una lupara senza volto, imbracciata da due uomini in motocicletta.