Palestina: nazisti di ieri e di oggi
Le cronache dei massacri israeliani sono sempre state devastanti: le ultime ce le ha descritte Vittorio Arrigoni, all’interno di una frase:” Restiamo umani”, che non si vuole prendere in considerazione da parte di nessuno. Non c’è alcuna umanità in quest’angolo del pianeta da quasi un secolo devastato da guerre dichiarate o sotterranee, da episodi reciproci di terrorismo, da violenze inaudite. Il diritto all’esistenza, regola minima che ogni essere vivente dovrebbe accettare, non è riconosciuto, così come neanche quello di avere un territorio, una patria, una religione. Quest’ultima esplosione di violenza cui stiamo assistendo, segue la ipocrita stretta di mani che si erano dati davanti al papa i due leader, quello palestinese Abu Mazen e quello israeliano Nathaniau. La scintilla che covava sotto la cenere è esplosa con l’assassinio, a freddo, di tre giovani israeliani da parte di oltranzisti palestinesi: un gesto brutale da parte di gente che crede nel “tanto peggio tanto meglio” e che ha fatto della morte l’unica ragione di essere in vita. La vendetta israeliana si è scatenata in una modalità che supera di gran lunga quella consumata dai nazisti a via Rasella, cioè alle Fosse Ardeatine: per ogni soldato nazista ucciso furono uccisi dieci italiani: i trenta tedeschi morti in un attentato partigiano furono compensati con la fucilazione di 300 vittime innocenti. Gli israeliani stanno facendo di peggio: per ogni israeliano ucciso vengono uccisi 100 palestinesi: siamo a quota 225, entro i prossimi giorni, forse entro domani, raggiungeremo quota trecento: cento per ognuno dei tre ragazzi uccisi. Ma la strategia israeliana guarda più lontanoe difficilmente si fermerà: dopo avere costruito un muro invalicabile attorno alla striscia di Gaza, dopo avere affossato dentro quel ghetto milioni di persone, adesso si sta ponendo in atto la “soluzione finale”, quella che i tedeschi chiamarono “Endlosung”: una parte saranno massacrati, l’altra parte saranno costretti a fuggire verso l’Egitto e il Libano, non in Siria, dove c’è in atto un altro “scannatoio”, e così il problema sarà chiuso definitivamente. Stupisce, in tutto ciò il silenzio tombale delle grandi potenze, che stanno a guardare o a lanciare sterili proclami. E’ bene essere chiari: i pochi estremisti Palestinesi di Hamas dispongono di esplosivi e petardi il cui grado di pericolosità e di precisione è vicino a quello dei fuochi artificiali: non hanno esercito, non hanno armi sofisticate, a parte i pochi ferrivecchi che riescono a comprare con i loro pochi soldi, sul mercato clandestino dei trafficanti di morte. Per contro Israele è una nazione, ha un esercito considerato tra i più attrezzati del mondo , un avamposto della tecnologia americana in medioriente, possiede un’aviazione modernissima, dotata anche di droni, una marina con portaerei e una fanteria dotata di indistruttibili carri armati: insomma, la vecchia storia di Davide contro Golia, al contrario, così come al contrario è l’olocausto nei confronti delle vittime palestinesi. Stupisce la complicità di tutta l’informazione, che vuol far credere che la colpa di tutto ciò è dei Palestinesi, che essi hanno rifiutato ogni tregua, che lanciano in continuazione razzi pericolosi, che per fortuna vengono sempre intercettati, contro obiettivi strategici israeliani. E’ stato strombazzato e scritto su tutti i giornali che c’è stato, sinora, un solo soldato israeliano morto in questo libero tiro al bersaglio: così i morti israeliani salgono a quattro e la furia omicida non si fermerà se non prima che le vittime siano arrivate a quattrocento. Il nostro tracagnotto leader Renzi è stato solo capace di dire: “fermiamo gli estremisti”: naturalmente gli estremisti non sono gli israeliani: la cosa è tanto triste che anche Staino, in una vignetta sull’Unità ha scritto: “Un anno fa saremmo scesi in piazza”.