Per il ritiro della delibera sull’equo compenso, mobilitiamoci!
Il 19 giugno viene siglato l’accordo tra la FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali) e la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) sull’equo compenso per i giornalisti freelance e con contratti atipici co.co.co. (collaborazione coordinata continuativa). Per il termine “equo” sono state stabilite queste cifre: 0,80 per un articolo su un quotidiano; 6,25 euro per una segnalazione ad agenzie e web (eventualmente integrata di un paio di euro se con foto e video); 67 euro ad articolo per i periodici; 14 euro per un articolo su periodici locali; 40 euro per le tv locali, ma solo con un minimo di 6 pezzi al mese; 250 euro per un pezzo sui mensili. Riteniamo inaccettabile e vergognosa questa decisione che, come ha dichiarato subito dopo il voto il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino (unico voto contrario) “Non basta manco per il pane”. Tantissimi giornalisti, compresi molti della nostra testata e dell’intera rete dei Siciliani giovani, si ritengono profondamente indignati: crediamo in un’informazione libera di poter respirare senza restrizioni di alcun genere, comprese quelle economiche; prevedere tariffe di questo genere significa soffocare la libera informazione e la capacità dei tantissimi e bravissimi giornalisti precari di questo Paese (circa il 60% sul totale) di poter fare bene il proprio mestiere. Crediamo in una informazione che, senza restrizioni, riesca a contrastare il malaffare e le mafie, a fare inchieste sul territorio senza dover essere costretta a doversi sacrificare per il rischio di perdere quel poco che si riesce a guadagnare perché troppi sono i rischi cui si incorre. Quello che vogliamo è solo poter bene il nostro mestiere: un mestiere che richiede tempo, energie e denaro che la maggior parte di noi esce di tasca propria pur di poterlo continuare a fare. Subito dopo la decisione dello scorso venerdì, la rabbia si è trasformata in protesta sul web e si sono creati vari punti di incontro e iniziative in merito. Segnialiamo qui le più importanti e chiediamo a chiunque la massima adesione e collaborazione, con relative segnalazioni di alcun genere. Se l’intero Paese sente il bisogno di avere un sistema di informazione degno di questo nome, non può che schiersarsi insieme a noi, dalla nostra parte e da quella dei nostri colleghi precari ai quali, prima di tutti, va la nostra solidarietà, compresione e appoggio. Se ci mettiamo insieme almeno possiamo provare a cambiare le cose.