Il killer Giuseppe Setola: “Il P. M. Milita l’unico che non mi colpisce al cuore. Non ho ucciso Noviello, avrete rimorso se mi condannate”
Nulla di fatto all’udienza contro il gruppo di camorristi appartenenti all’ala stragista dei casalesi capeggiati da Giuseppe Setola accusati dell’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore ucciso il 16 maggio 2008 a Castel Volturno. Giuseppe Setola è stato già condannato per altri 15 omicidi, commessi tra il maggio e il dicembre del 2008 nel casertano, tra i quali quello dei sei immigrati africani massacrati nella strage di San Gennaro. Era un’udienza particolarmente attesa, sia perché erano previste le conclusioni del Pubblico Ministero, dott. Alessandro Milita sia per le indiscrezioni che ieri erano trapelate circa un ipotetico pentimento di Giuseppe Setola. Tra dichiarazioni spontanee, a tratti incomprensibili, dello stesso Setola, in collegamento in video conferenza dal carcere di massima sicurezza di Opera, dove è rinchiuso al regime del 41 bis, e di altri imputati, incombenze processuali, è trascorsa la mattinata prima che il giudice Maria Alaia dichiarasse chiuso il dibattimento e rinviasse l’udienza al 25 giugno prossimo. Questa mattina all’udienza in Corte d’Assise non c’erano solo gli addetti ai lavori, ma attorno ai figli dell’imprenditore ucciso, Massimiliano, Maria Rosaria, Mimma – tutti e tre presenti in aula – e Matilde – assente per impegni di studio – si erano dati appuntamento numerosi cittadini ed associazioni impegnati al loro fianco, come la Fondazione Pol.i.s., il comitato don Peppe Diana, Libera, le associazioni Antiracket e tanti giornalisti. Il pubblico Ministero Alessandro Milita era già in piedi, pronto ad iniziare la sua arringa conclusiva, quando diversi imputati hanno chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, tutte finalizzate ad escludere ogni tipo di coinvolgimento nell’omicidio di Domenico Noviello. Anche Setola ha chiesto di parlare ed ha tenuto banco per circa un’ora, in una dichiarazione che a tratti e risultata incomprensibile ai presenti. Questa volta, al contrario delle altre occasioni, il tono è apparso più pacato e più accondiscendente, soprattutto nei confronti del pubblico ministero, verso il quale ha rivolto le seguenti parole: “Il dott. Milita è l’unica persona che non mi ha colpito al cuore, mentre gli altri lo hanno fatto colpendo i miei fratelli e i miei parenti con sequestri e arresti”. Setola chiede di seguire la requisitoria del P.M. insieme a Giovanni Letizia, ma il giudice non lo consente. Poi il killer ha proseguito: “Tutti gli imputati di questo processo sono qui perché sono vittime della mia mente malata, della mia demenza e della mia crudeltà”. Sono parole pronunciate per scagionare se stesso, come già aveva fatto in altre udienze del processo, e gli altri imputati, e per chiedere al P. M. di chiamare altri testimoni. “Il mio avvocato Alberto Martucci già sa tutto, si deve mettere d’accordo con lei dottor Milita perché lei deve citare altre persone per riaprire il caso”. Dichiarazioni che fanno sbottare il dott. Milita, che non ci sta e precisa: “Setola cosa sta dicendo? Io non ne so nulla di tutto ciò”. Ad un certo punto di quella che a tratti appare una farneticante dichiarazione (ma Setola non è ne stupido, né pazzo e quando parla sa dove deve andare a parare e a chi si deve rivolgere), rivolto al presidente, afferma: “[…]Se mi danno una pistola in mano io sparo, ma io sono innocente, non ho sparato a Noviello. Presidente se io ammazzo una persona ne porto il rimorso per tutta la vita. Allo stesso modo se lei mi condanna ingiustamente ne avrà rimorso per tutta la vita”. Durante l’udienza si è registrato un botta e risposta tra l’avvocato dello Stato, Andrea Rippa – che ha voluto depositare alcuni documenti che rendono pubbliche le indennità che lo Stato ha concesso ai familiari di Domenico Noviello – e le parti civili. Somme dovute, hanno precisato gli avvocati di parte civile, che nulla hanno a che vedere con questo processo e che per legge dovrebbero rimanere segrete. Molto indignato l’avvocato Giovanni Zara, che assiste Massimo Noviello, ha affermato: Con il deposito di questa documentazione è come se lo Stato stesse chiedendo il conto alle vere vittime di questa tragedia”. L’udienza è stata aggiornata al 25 giugno, quando finalmente il P. M. Alessandro Milita potrà iniziare la sua requisitoria.