giovedì, Novembre 21, 2024
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L’uso della libertà

La Periferica è un piccolo giornale che torna a uscire in uno delle borgate più grosse e povere del Sud, Librino. E’ nato fra gli scout ed ha rapidamente aggregato la meglio gioventù del quartiere, quelli che “un giorno anche Librino sarà un po­sto normale, senza mafia, col lavoro!”.

I ragazzi della Periferica hanno tenuto duro per diversi anni. Il loro gior­naletto, che secondo le regole sarebbe do­vuto re­stare nel giro dei pochi studenti “colti” della città, invece s’è diffuso a sor­presa fra gli abitanti del quartiere. E que­sti, che se­condo le regole avrebbero dovu­to farsi i cazzi loro, invece l’hanno appog­giato: il giornale diffuso nei bar, un po’ di pubbli­cità – addirittura – dai piccoli commer­cianti del quartiere.

Finché un bel giorno un barista sorride impacciato. “Beh, stavolta il vostro gior­nale qui non ve lo posso esporre…”. E il negoziante: “Veramente la pubblicità me l’hanno già messa su quell’altro giornale…”. “Ehi – fa una – hai visto che oggi La Sicilia ha pubblicato una pagina straordinaria tutta su Librino?”.

Cos’è successo? Come mai l’unico quo­tidiano della città ha improvvisamente scoperto il povero quartiere? Semplice: Librino è 40’mila voti. Li puoi comprare, vendere, mettere all’asta, contrattare. Se però questa gente comincia a pensare con la sua testa (a destra, a sinistra, al centro: ma con la testa sua) non lo puoi fare più.

Diventano voti liberi, da convincere. E come cavolo li convinci, se da vent’anni li lasci nella miseria più nera, con fogne di fortuna e senza luce? Maledetto giornale libero, maledetti ragazzi. E’ quella fabbri­ca di uomini, quella Periferica di pensato­ri, la fonte della disgrazia. Faccia­mole il vuoto attorno.

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