L’uso della libertà
La Periferica è un piccolo giornale che torna a uscire in uno delle borgate più grosse e povere del Sud, Librino. E’ nato fra gli scout ed ha rapidamente aggregato la meglio gioventù del quartiere, quelli che “un giorno anche Librino sarà un posto normale, senza mafia, col lavoro!”.
I ragazzi della Periferica hanno tenuto duro per diversi anni. Il loro giornaletto, che secondo le regole sarebbe dovuto restare nel giro dei pochi studenti “colti” della città, invece s’è diffuso a sorpresa fra gli abitanti del quartiere. E questi, che secondo le regole avrebbero dovuto farsi i cazzi loro, invece l’hanno appoggiato: il giornale diffuso nei bar, un po’ di pubblicità – addirittura – dai piccoli commercianti del quartiere.
Finché un bel giorno un barista sorride impacciato. “Beh, stavolta il vostro giornale qui non ve lo posso esporre…”. E il negoziante: “Veramente la pubblicità me l’hanno già messa su quell’altro giornale…”. “Ehi – fa una – hai visto che oggi La Sicilia ha pubblicato una pagina straordinaria tutta su Librino?”.
Cos’è successo? Come mai l’unico quotidiano della città ha improvvisamente scoperto il povero quartiere? Semplice: Librino è 40’mila voti. Li puoi comprare, vendere, mettere all’asta, contrattare. Se però questa gente comincia a pensare con la sua testa (a destra, a sinistra, al centro: ma con la testa sua) non lo puoi fare più.
Diventano voti liberi, da convincere. E come cavolo li convinci, se da vent’anni li lasci nella miseria più nera, con fogne di fortuna e senza luce? Maledetto giornale libero, maledetti ragazzi. E’ quella fabbrica di uomini, quella Periferica di pensatori, la fonte della disgrazia. Facciamole il vuoto attorno.