Una proposta contro la povertà
Se il patrimonio immobiliare della Curia venisse usato per aiutare i senzacasa? Forse anche il Papa sarebbe d’accordo…
La povertà dilagante in città ha costretto per la strada centinaia di famiglie che non possono più pagare un affitto perché hanno perso quel lavoro, sia pure precario, che consentiva loro di sbarcare il lunario.
Coppie giovani, per lo più, ma anche coppie di cinquantenni, che non hanno più una occupazione e non sanno come campare giorno dopo giorno, vagano senza meta, come fantasmi nella città.
La Istituzioni a causa della grande crisi economica e delle ristrettezze imposte dall’Europa sempre più votato ad un rigido liberismo economico, hanno tagliato, in modo drastico le spese sociali.
Nell’ottocento e nei gli anni del primo novecento sino agli anni ’60 gli ordini religiosi hanno supplito alle carenze delle Istituzione assumendosi il carico dei poveri con il ricovero per i senza casa, con gli orfanotrofi, con l’assistenza ai più poveri.
Tanti ordini religiosi vecchi e nuovi sia maschili che femminili non hanno fatto sentire la loro mancanza andando incontro ai bisogni degli ultimi.
Tra i più noti, nati a Palermo, Il Boccone del povero di Giacomo Cusmano e l’orfanotrofio di padre Messina, e tanti altri ordini, nati nel resto dell’Italia e all’estero, si sono dedicati ai più poveri.
Tanti altri ordini religiosi si sono dedicati ai più ricchi attraverso le scuole e i collegi, il più noto a Palermo l’Istituto del Sacro Cuore, nato nel 1909.
Oggi, per la crisi delle vocazioni e per il cambiamento della società, molti di questi ordini non sono più in condizioni di mantenere le grandi strutture sorte a favore dei poveri o della ricca borghesia o della nobiltà, e chiudono i battenti.
E’ il caso dell’Istituto del Sacro Cuore posto in vendita nel 2004, l’Istituto delle figlie di san Giuseppe in via Oberdan, gioiello del migliore liberty, messo in vendita nel 2008, entrambi occupati dai senza casa.
Oggi nella nostra città, a causa dell’assenza delle Istituzioni, si rischia, ,da una parte, di non riuscire a governare il disagio sociale che esige una risposta certa e urgente e dall’altra, di mettere a repentaglio la ricchezza inestimabile degli Istituti e conventi religiosi che vanno chiudendo svendendosi al migliore offerente.
Palermo rischia di essere impoverita ulteriormente non solo per una povertà che ha raggiunto livelli preoccupanti ma anche, per la dispersione di una parte del suo preziosissimo patrimonio artistico, culturale, storico e religioso.
A questo punto avanziamo una proposta che ci sembra ragionevole per rendere compatibile sia l’assistenza non più prorogabile ai senza casa e ai più poveri della città, sia la salvezza dell’incomparabile patrimonio artistico e religioso della nostra città.
Affidiamolo in comodato d’uso
Chiediamo alle Istituzioni, Regione e Comune che aprano un dialogo con i rappresentanti delle Congregazioni religiose e con la Curia, perché si valorizzi l’immenso patrimonio immobiliare di entrambi, attraverso degli accordi che prevedano l’affido, in comodato d’uso, dei Conventi e degli Istituti che le congregazioni o la Curia non sono più in grado di mantenere per il costo della manutenzione, perché vengano utilizzati dalle Istituzioni, in accordo con il privato sociale, per le finalità per cui furono utilizzati dagli stessi in passato.
E in tal modo l’appello del papa verrebbe accolto nel migliore dei modi mettendo in sicurezza lo splendore artistico e il valore religioso e morale di cui godevano nel passato.
Comitato di lotta per la casa 12 luglio