Richiesti sei ergastoli per l’omicidio Di Domenico Noviello
È durata più di quattro ore l’articolata requisitoria del sostituto procuratore antimafia Alessandro Milita al processo contro gli organizzatori ed esecutori dell’omicidio dell’imprenditore casertano Domenico Noviello, trucidato il 16 maggio del 2008 a Baia Verde Castel Volturno, perché sette anni prima aveva denunciato e fatto condannare alcuni affiliati al clan dei casalesi. Requisitoria che si è conclusa con la richiesta del massimo della pena per Giuseppe Setola, considerato il capo dell’ala stragista del clan, e per altri cinque camorristi, imputati di aver organizzato ed eseguito l’omicidio dell’imprenditore.
Presenti in aula, oltre agli attenti giornalisti che di solito seguono il processo che si sta celebrando presso la Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i quattro figli di Domenico Noviello: Massimiliano, Rosaria, Domenica e Matilde Edwige Jlenja, che in silenzio ed assistiti dai loro legali, hanno seguito con attenzione e con compostezza l’intera udienza. Ad accompagnarli ed a sostenerli gli esponenti della società civile come la Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, Valerio Taglione del comitato Don Diana e Luigi Ferrucci presidente dell’Associazione Antiracket Domenico Noviello.
All’inizio dell’udienza, prima che il Pubblico ministero riprendesse la sua discussione, Giuseppe Setola, collegato in video collegamento dal carcere di massima sicurezza di Opera, chiede di rendere dichiarazioni spontanee: “Signor giudice ho bisogno di una tac perché mi fa male sempre la testa e per questo rinuncio al prosieguo dell’udienza”. Poi abbandona la sede del collegamento.
Una piccola schermaglia giuridica tra la difesa di Setola e l’accusa ha subito acceso il clima dell’udienza, quando il pubblico ministero Alessandro Milita ha interrotto la discussione, già iniziata nell’udienza del 25 giugno scorso, per richiedere al giudice l’applicazione della recidiva per alcuni imputati. Richiesta che non è stata, comunque, accolta dal Presidente del Collegio giudicante, Maria Alaia.
Queste le pene richieste a conclusione della lunga requisitoria: Giuseppe Setola, ritenuto il capo della “nuova azienda Setola” (ergastolo ed isolamento diurno per diciotto mesi); Massimo Napolano, che secondo il pubblico ministero sarebbe stato il vicario di Setola (ergastolo ed isolamento diurno per dodici mesi); Giovanni Letizia, considerato l’ispiratore dell’omicidio Noviello (ergastolo ed isolamento diurno per dodici mesi); Alessandro Cirillo, con un ruolo di individuazione della vittima (ergastolo ed isolamento diurno per quattro mesi); Metello Di Bona (ergastolo ed isolamento diurno per due mesi); Francesco Cirillo – ergastolo ed isolamento diurno per quattro mesi). Infine, per il collaboratore di giustizia Luigi Tartarone, le cui dichiarazioni sono state ritenute “decisive” dal P M per la ricostruzione dei ruoli e della dinamica dell’omicidio, sono stati chiesti quattordici anni di reclusione.
Al termine dell’udienza, dal carcere di Milano, Giovanni Letizia ha richiesto di rendere dichiarazioni spontanee: “Non potete credere sempre ai pentiti, io dell’omicidio Noviello non solo non so nulla, ma il pubblico ministero chiede sempre l’ergastolo. Eppure – ha proseguito Letizia rivolgendosi al Presidente della Corte d’Assise – tra due-tre anni la Corte di Giustizia di Strasburgo potrebbe dichiarare l’ergastolo illegittimo. Sappiate che mi date un ergastolo ingiusto”. Per la Procura antimafia di Napoli, però, Giovanni Letizia è un killer spietato del clan dei Casalesi e nell’omicidio Noviello, pur non avendo direttamente partecipato, ha avuto un ruolo determinante in quanto avrebbe indicato il nome dell’imprenditore in una riunione tenutasi nell’aprile del 2008, in cui partecipò anche Setola, qualche giorno prima, dunque, che iniziasse la stagione di sangue che costò al casertano diciotto morti in sette mesi, tra cui i sei immigrati africani uccisi a Castel Volturno nella strage di San Gennaro. Al termine dell’udienza il presidente ha fissato il calendario per le prossime udienze: il 1 ottobre quando sono previste le conclusioni delle parti civili; il 2 – 8 – 16 ottobre quando sono programmate le discussioni degli avvocati difensori degli imputati.